di Giancarlo Grassi
Aveva gridato al vento nell’immediato post vittoria alle primarie per la segreteria del PD: “E’ finito il tempo dei cacicchi”. Ma sembra passata un’era geologica e dopo l’accordo sulle regionali in Campania quello slogan lì, perché slogan era, è già passato alla storia e Schlein si ritrova col cacicco e col figlio del cacicco.
Certo son problemi da nulla in confronto al dover organizzare in pochissime settimane un congresso a candidato unico dove eleggere De Luca Jr – per acclamazione, si immagina, perché tanto si deve al figlio del Re.
Stiamo gridando allo scandalo? No. Registriamo fatti. Schlein ha scelto di portare a casa l’accordo per il possibile candidato vincente Roberto Fico (quello della camminata trionfante prima di entrare in parlamento, tra i leader conclamati dell’apertura della scatoletta di tonno, questo prima di scoprire che il tonno aveva un buon sapore). Che questo sia stato fatto contro la volontà del PD campano che non voleva i cacicchi è un dettaglio; che il programma studiato con il M5S sia un programma vuoto come il vuoto pneumatico è un altro dettaglio; che siamo di fronte all’ennesima decisione a causa della quale la politica abdica al poltronismo e ai localismi è un terzo dettaglio. Una politica inguardabile dai programmi inascoltabili.
Siamo d’accordo che si farebbe qualsiasi cosa per battere queste destre illiberali, ma almeno la piantino di fare le vergini.
(27 agosto 2025)
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