Quelli che dovevano fare miracoli promessi per anni di opposizione e per mesi di mendace campagna elettorale ora devono fare i conti coi dazi. Poveracci, non gliene va bene una. Ed è il geniale ministro leghista dell’Economia a dare l’annuncio: “Con i danzi al 15% perdiamo mezzo punto di Pil”. Ma non era stato Salvini a dire che i dazi non erano poi questo gran disastro e che il problema è l’Unione Europea?
Nello stesso tempo però Giorgetti conferma la crescita del Pil dello 0,6% per il 2025, ma i dolori si prevedono per il 2026 a causa dei dazi di Trump che per la presidente del Consiglio sarebbero “sostenibili”: a causa dei dazi 0,5% di Pil in meno, che significa crescita zero, tanto si potranno sempre incolpare i governi precedenti e Ursula von der Leyen (che andrebbe detronizzata subito).
Insomma i dazi imposti all’Europa dall’amministrazione Trump, secondo Giorgetti, avranno un impatto di mezzo punto rispetto alle stime del Dfp di una crescita allo 0,8% (stime, non certezze) lo stesso Giorgetti che si dimostra subito rassicurante vaticinando di “un recupero graduale”, che porterà il Pil a riallinearsi al livello dello scenario base entro il 2029, “in coerenza con le stime fornite dal documento di finanza pubblica”. Stime, non certezze.
E così da un miracolo all’altro prosegue la narrazione che prende in giro gli Italiani – tutti, anche quelli che questi qua li hanno votati credendo ai miracoli (proprio come nel 1994, perché la storia, (come le ingenuità) si ripete.
(31 luglio 2025)
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