di Giovanna di Rosa
Dunque, decisissimo è. Da mercoledì potrebbe arrivare il primo via libera al decreto Sicurezza che oggi approda in Aula alla Camera e su cui il governo è intenzionato a porre la questione di fiducia. Fatti fuori gli emendamenti al solito grido di “vergogna!” delle opposizioni e con tanto di seguito di post della presidente del Consiglio Meloni su X.
“Dicevano che era inutile, sbagliato, persino disumano. E invece, grazie alle nuove norme introdotte dal Decreto Sicurezza, in Italia sono già stati eseguiti i primi sgomberi immediati di immobili occupati abusivamente. Un risultato concreto, reso possibile da procedure che consentono finalmente un intervento veloce e il ripristino rapido della legalità avanti così, per tutelare i più deboli e difendere la proprietà privata”.
“In Italia sono già stati eseguiti i primi sgomberi immediati di immobili occupati abusivamente”, ma non risulta che lo sgombero più eclatante, quello che nessuno da destra a sinistra e ritorno con M5S al seguito ha osato mettere in atto, lo sgombero dello stabile occupato da Casapound in pieno Esquilino a Roma, sia stato messo in atto. Ci sarebbe da evitare gli entusiasmi, i soliti miasmi propagandistici che non servono più nemmeno alla maggioranza. Dunque siamo al decreto sicurezza che oltre a non garantire la sicurezza di nessuna, definisce chi è più pericoloso di altri a discrezione governativa, con la Lega che la chiama giustizia responsabile.
C’è da crepare dal ridere.
Ecco così presentata l’inutilità di un anno e passa di tempo trascorso nel discutere un disegno di legge che poi è stato accantonato lasciando spazio al solito decreto scritto in quattro e quattr’otto dal Consiglio dei ministri per accelerare i tempi.
Fuori dal Palazzo, la solita ressa di associazioni, movimenti studenteschi e sindacati per “dare battaglia” contestando quella che chiamano stretta introdotta dal provvedimento con “14 nuovi reati e terrificanti aumenti di pena” che andranno a minare i diritti fondamentali lasciando intatti i soliti, vedi sopra, privilegi.
Tra coloro che protestano una rete che va dalla Cgil ad Antigone con la protesta dei Cobas davanti a Montecitorio e il sit-in della ‘Rete no dl sicurezza’ che resterà in piazza Barberini, a Roma, per tutta la discussione in Aula.
(26 maggio 2025)
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