di Giovanna Di Rosa
Ed eccoci all’art.663 del Codice Penale, che recita testualmente, così come ripreso testualmente dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ciò che vedete in basso:
(Codice Penale-art. 663)
Art. 663.(Vendita, distribuzione o affissione abusiva di scritti o disegni)
Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, vende o
distribuisce o mette comunque in circolazione scritti o disegni,
senza avere ottenuto l’autorizzazione richiesta dalla legge, ((e’
punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire centomila a
seicentomila)).((Alla stessa sanzione)) soggiace chiunque, senza licenza
dell’Autorita’ o senza osservarne le prescrizioni, in un luogo
pubblico, aperto o esposto al pubblico, affigge scritti o disegni, o
fa uso di mezzi luminosi o acustici per comunicazioni al pubblico, o
comunque colloca iscrizioni o disegni.Le disposizioni dei commi 1 e 2 non si applicano all’affissione di
scritti o disegni fuori dai luoghi destinati dall’autorita’
competente. (141)————
AGGIORNAMENTO (141)
Il D.Lgs. 13 luglio 1994, n. 480 ha disposto (con l’art. 14, comma
1) che “Le disposizioni del presente decreto legislativo si applicano
anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in
vigore determinata dall’art. 15, salvo che il relativo procedimento
penale sia stato definito”.
Grazie a quest’articolo del codice penale, è stato possibile la doppia (o tripla, o quadrupla, non lo sapremo mai) identificazione della battagliera proprietaria del pluripremiato forno di Ascoli Piceno che aveva esposto il lenzuolo con la scritta-capolavoro la cui immagine vedete in alto. “Buono come il pane, bello come l’antifascismo”, diceva il cartello. Pronta, forse su delazione-lamentela di qualche vicino più realista della regina, la doppia identificazione, prima della Polizia e poi della Municipale. Ora la donna rischia la multa: per non rischiare nulla avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione per esporre un lenzuolo celebrativo della Repubblica democratica grazie alla quale esistono varie forme di libertà: di manifestare, di scrivere, di esporre, di multare, di fare i poliziotti o i fornai a seconda della proprie inclinazioni, a Salvini di essere ministro, a Meloni di essere presidente del Consiglio, a un questurino di essere ministro degli Interni e al ministro de Made in Italy di “non fare nulla per il Made in Italy” – parole del presidente di Confindustria, un sassolese che come tutti i nativi di quel luogo (questa redazione lo sa anche per esperienza personale, avendone uno tra i piedi) non le manda a dire. Ci riferiamo alla libertà di fare un mestiere piuttosto che un altro, non abbiamo stilato una classifica di valori, in una repubblica democratica antifascista per costituzione dove per esporre un inno al 25 aprile e all’antifascismo devi chiedere l’autorizzazione.
Costituzione Italiana. Articolo 21
Articolo 21 (dal sito del Senato della Repubblica)
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Dunque a meno che non si ritenga che il cartello di Lorenza Roiati sia contrario al buon costume, anche in un periodo storico in cui essere antifascisti è dichiararlo sembra proprio che lo sia – tant’è vero che chi dovrebbe dichiararlo si guarda bene dal farlo, preso da subitaneo groppo in gola che strozza la voce – non si capiscono i numerosi accertamenti cui la donna è stata sottoposta (al link in alto dal nostro quotidiano Gaiaitalia.com Centroitalia, trovate anche un video dove si ascolta chiaramente la voce della donna rispondere per le rime agli agenti). Lei, nipote di due partigiani decorati, Renzo e Vittorio Roiati, è piuttosto scossa. Lo siamo anche noi. La città, o almeno parte di essa, quella che sembra non vivere di mal di pancia, si è radunata davanti al forno in un presidio di solidarietà organizzato dal Collettivo Caciara di Ascoli alla presenza di partiti e associazioni. Cantando Bella ciao.
Il Questore di Ascoli Piceno, Aldo Fusco, ha chiarito che l’intervento della Polizia “è stato solo di osservazione e controllo del territorio. Era uno striscione normalissimo, collegato all’iniziativa della giornata. Non costituiva motivo di intervento” e allora se non costituiva motivo di intervento perché si è intervenuti? Anche la dirigente della Polizia municipale Patrizia Celani assicura che si è trattato di un “normale controllo amministrativo. Nessuna sanzione è stata elevata, né è stato richiesto di rimuovere lo striscione”. Insomma si identifica la gente, proprio in quel giorno e chiedendo alla proprietà del forno se si assume la responsabilità dello striscione, per “normale controllo amministrativo”.
La senatrice Ilaria Cucchi, Avs, ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, scrive Repubblica: “La polizia non ha di meglio da fare che andare a disturbare una famiglia che espone a casa propria, nella propria attività uno striscione che celebra il 25 aprile. Il Prefetto e il Questore devono chiarire se i motivi di queste identificazioni siano dovute al messaggio celebrativo della giornata del 25 aprile. Nel paese non si respira una buona aria. Presenterò un’interrogazione a Piantedosi”.
In un paese la cui Costituzione si fonda sull’antifascismo manifestare l’antifascismo diventa sospetto. C’è un brutto clima. Stare zitti, mai. Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato governatore alla Regione Marche, si è recato in vista a Lorenza Roiati.
(26 aprile 2025)
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