di G.G.
Che le classi miste rallentino l’apprendimento di tutti, soprattutto quando un nuovo alunno che non parla italiano arriva, sta nella normale amministrazione dell’attività ordinaria di una scuola, una scuola qualsiasi. Ricordo del resto che ai tempi delle mie scuole elementari c’erano alunni più in difficoltà di altri che rallentavano la classe. La differenza stava nel fatto che gli insegnanti si preoccupavano che tutti imparassero. E non c’erano politici che facevano della squallida propaganda elettorale sulla pelle altrui per limitare i danni di una caduta libera che pare inarrestabile.
Certamente le classe troppo affollate non aiutano l’apprendimento, così come è certo che la propaganda sui limiti numerici degli stranieri nella classi – come finge di non ricordare una sinistra dalla memoria corta e la troppo lunga voglia di essere mondata dei suoi peccati, non sarà Schlein capolista a ridonare una verginità perduta – di qualunque nazionalità, additandoli come responsabili della mancanza di preparazione dei nostri alunni è un’idiozia e mira alla divisione sociale più che al benessere delle nostre scuole.
E’ un po’ come quelli che hanno imposto il numero chiuso a Medicina e adesso sono furiosi perché i medici non sono sufficienti a coprire il fabbisogno della Sanità italiana. E poi ci sono i tweet di Valditara, che un po’ di endorsement a Salvini qualcuno deve pur darglielo.
Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si…
— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) March 28, 2024
Ma in pezzo a tutta questa propaganda inconcludente che mira non alla crescita culturale ed economica del paese, ma solo all’ingrasso delle percentuali di elettori, a qualcuno interessa il futuro delle nostre scuole e dei nostri ragazzi (italiani o stranieri che siano)? No. Tanto la questione sparirà dalle cronache subito dopo le elezioni di giugno.
(28 marzo 2024)
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