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di Vittorio Lussana

Leggendo Giuseppe Lorizio sulle colonne de l’Avvenire, si può ottenere l’esatta dimostrazione di come una minoranza di ultracattolici stia tentando di imporre un dibattito assurdo e forzoso, utilizzando l’illuminismo e la ragione in forme trascendenti e assolute. Non gliene frega proprio niente che un diritto acquisito come quello all’aborto, stabilito dalla Legge n. 194 del 1978, per questioni di filosofia del diritto non possa essere rivisto. E non gliene importa nulla dei princìpi altrui, o più semplicemente dello Stato, per puro delirio idolatrico. Si cerca di mescolare le carte tra la ragione illuminista e l’irrazionalismo insito nella pretesa di rendere irrilevante, o puramente marginale, la volontà delle donne, che dovrebbero per forza adeguarsi a una sintesi sincretica con le logiche di una famiglia vista come soggetto sociologico apologetico, totalmente inattuale e chiusa in se stessa, in quanto mero involucro di ingiustizie e soprusi.

Ci si dichiara cattolici e non ultracattolici, perché in termini di filosofia del diritto tale distinzione non esisterebbe, mentre invece esiste eccome: l’ultracattolico crede veramente in un Dio che vive in una sorta di astronave con vista siderale sull’intero universo, che s’impone in forma esogena, dall’esterno o dall’alto. E ci crede a tal punto da sostituirsi, spesso e volentieri, a Dio in persona, decidendo quale sia una cultura della vita e quale della morte, confondendo la filosofia del diritto con quella morale. La quale, proprio nel campo del diritto, non è affatto scritto da nessuna parte che essa debba sovrapporsi in automatico con la norma e i suoi effetti giuridici più concreti. Un moralismo che ama definirsi laico quando, invece, odia la laicità dello Stato, benché stabilita più di duemila anni fa proprio dal “figlio dell’Uomo”: roba da chiamare veramente un esorcista. Oppure uno psicologo, perché è da veri e propri alienati contrapporre la filosofia del ‘figlio’ con quella del padre.

Invece di riconoscere il sacrificio della croce, che è ciò che teologicamente ha riconnesso l’uomo con Dio, si vorrebbe tornare a spezzare questo rapporto di equazione per poter tornare al paganesimo delle divinità astratte, nel provincialismo delle semplici addizioni materiali. Come se le religioni fossero un teatrino dei pupi senza puparo, dunque interpretabili in forme arbitrarie, a seconda dei casi. Un ritorno alle filosofie verticiste e verticali, tutt’altro che razionali nel loro avocare allo Stato anche la sfera religiosa e morale.

Si teorizza, insomma, il ritorno alle teocrazie moralistiche, che proprio in quanto tali s’impongono in forme esogene e preconfezionate, occultando le distorsioni. Puoi anche fare cose indicibili nel corso della tua vita, purché i panni sporchi si lavino sempre e solo in famiglia, evitando di generare nuovi diritti pubblici. Siamo al tentativo di un rilancio degli schematismi ideologici, dei modelli fissi e immutabili, che giustificherebbero persino la resurrezione dei socialismi coatti e dei comunismi organici, per riflusso o contrapposizione sociale: un fenomeno di polarizzazione che stiamo registrando praticamente ogni giorno. Tutta roba vecchia e stravecchia in realtà, espressa da gente vecchia anche quando spacciata da giovani, che teorizzano il ritorno a un Dio geloso e cattivo dell’antico testamento. Ecco: roba da antico testamento, allorquando, per governare un popolo di selvaggi, si potevano anche stabilire e comminare le frustate in pubblico o la logica perversa del dente per dente. E se il singolo individuo è innocente, anche per un semplice errore di valutazione, spetta unicamente a Dio riconoscere l’errore medesimo, non alla seppur imperfetta giustizia degli uomini, che dunque può permettersi persino il lusso di diventare sommaria.

Insomma, il tentativo teo-con rimane sempre lo stesso: in una stanza totalmente buia e priva di finestre, s’insiste nel cercare di convincerci intorno alla presenza di un gatto nero, che nessuno ha ancora mai visto, né sentito miagolare. Pura teologia della forzatura, perché non esistendo più il demone marxista si è convinti che i singoli individui, in particolare le donne, non abbiano un cervello in grado di riflettere, giudicare e stabilire molte cose per proprio conto. Quanto di più lontano dall’illuminismo e dal liberalismo, che invece difendono il singolo individuo e la sua volontà ad autodeterminarsi. A dimostrazione di quanto certi nostri sedicenti liberali siano sofisticamente dei giganti, ma politicamente dei nani, poiché continuano, ostinatamente, a stare dalla parte sbagliata.

 

(30 ottobre 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 



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