di Redazione
La vicenda di Virginia Raggi e dei suoi voltafaccia di questi giorni, comprova la più totale mancanza di lealtà, politica e morale, dei populisti piccolo borghesi apparsi alla ribalta in questi ultimi anni. I quali, pur di intercettare il voto di opinione, sono disposti anche ad affermare che Dio non sia Dio, per poi andarsi a rifugiare, con autentica faccia di tolla, sotto alla tonaca del Papa quando si tratta di aumentare le spese militari finalizzate a consentire all’Ucraina di difendersi, o per predisporre un piano di difesa comune dell’Unione europea. Di risolvere le questioni reali, quelle sostanziali e più complesse, a questa gente qui non frega proprio un cazzo: quel che interessa loro veramente è mettersi in mostra per fare le belle statuine, come se il mondo dell’informazione fosse una gigantesca vetrina.
Per non offendere la ex sindaca e le sue recenti capriole ideologiche, che denotano solamente un’incoerenza senza scrupoli, totalmente priva di spina dorsale, evitiamo riferimenti a vetrine di altro genere e tipo: siamo certi che il lettore le intuirà ugualmente. Quel che, tuttavia, dispiace connotare, sono queste attuali leve del nostro panorama politico completamente omologate più alle logiche pubblicitarie, anziché occuparsi delle problematiche che Roma dovrebbe affrontare e risolvere. Questo è il frutto avvelenato di una società dell’intrattenimento che continua a sfornare zucche vuote, incapace di comprendere i criteri deontologici basilari dell’informazione, permettendosi poi il lusso di criticare le scelte del tanto odiato mainstream.
Sia come sia, le menzogne che queste persone continuano a diffondere avranno un seguito che sarà ben diverso da quello che esse si attendono, dato che “il vero zoo”, tanto per citare Luciano Ligabue, non è affatto quello delle nicchie ideologizzate di destra o di sinistra.
E si tratta di uno zoo che ricorda benissimo quanti medici e infermieri siano morti nel tentativo di salvare e di curare i propri pazienti, mentre altri non hanno avuto neanche il coraggio di vaccinarsi di fronte a un virus altamente contagioso: vuoi per viltà; vuoi per fare notizia, dunque per mero opportunismo; vuoi per non dover dare ragione alla scienza, verso la quale si nutre un rancore totalmente invidioso e dogmatico.
Gente del genere emerge dal panorama sociale italiano. Dunque, la questione è innanzitutto dell’Italia in quanto Sistema-Paese. Che fa schifo, ovviamente, poiché abituato da secoli a voltarsi da un’altra parte di fronte ai propri difetti; a rispondere ai problemi con i voltafaccia; a dissimulare formalismi e una solo apparente buona educazione. Un popolo di calunniatori e cattivi cattolici che festeggia la Pasqua comportandosi come Giuda, anziché mettersi in testa di fare un piccolo sacrificio come il Maestro ci ha insegnato più di 2 mila anni fa. Un popolo di Franti e Maramaldi e non certo di “santi, poeti, navigatori e trasmigratori”. Una frase, quest’ultima, che un bel giorno chiederò di togliere dalla testata di Palazzo della Civiltà e del Lavoro, dato che si tratta di un’emerita cazzata demagogica. Come quelle che piacciono tanto a Virginia Raggi.
(30 marzo 2022)
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