di Daniele Santi, #Lopinione
Numerosi utenti di un social di quelli che si sentono “à la page” perché quel social permette loro di mostrare che “posizione” occupano nella vita reale, o in quella che pensano di vivere – social e utenti che molto ringraziamo per l’alto numeri di pagine viste che ci regalano – stanno criticando duramente il mio articolo Matteo Salvini: “I senatori a vita vivono a lungo… Certi non muoiono mai”. Liliana Segre: “Mi ha allungato la vita”.
Di cosa sono colpevole in quanto autore? Secondo molti di avere attribuito a Salvini una frase di Beppe Grillo. Purtroppo per i miei sedicenti critici però l’articolo incriminato inizia così:
Fermarsi alla semplice citazione della frase di Beppe Grillo, rigirata contro i 5Stelle ad uso duello, non farebbe onore ai nostri lettori e lettrici che, siamo certi, non sono caduti nella trappola di Salvini.
Ergo i signori che mi contestano il pezzo non hanno letto che il titolo costruito in un certo modo proprio perché attiri l’attenzione. Proprio come certe tette finte.
Va detto che è molto più semplice attaccare me e questo quotidiano il cui valore è assai minore di quello che un riccone (col Rolex) attribuirebbe al figlio della serva rimasta accidentalmente incinta, nel senso anglosassone di by accident, che dire con chiarezza, in agorà social peraltro, “Basta prendersela con Salvini” oppure “Liliana Segre mi dà fastidio” affermazioni per le quali occorrono, di questi tempi, molti più coglioni di quanti ne occorrano per attribuire ad un articolo cose che non dice contestando l’autore di attribuire a qualcuno cose dette da un altro, quando le prime due righe del pezzo incriminato dicono il contrario.
Poi parte il loop e i maschiacci del web non è che possono mettersi contro quello che ha appena commentato, non si sa mai che abbiano bisogno di lavoro o debbano inviare un curriculum, così presi insieme da erezione pre-orgasmica per l’errore altrui (errore presunto) e spirito di emulazione verso un potenziale superiore-compare-collega-amico-di-palestra lasciano che le dita corrano veloci dove avrebbero bisogno di essere controllate scrivendo ciò che esce, così, sempre a proposito del by accident di cui sopra. Lo fanno così, perché ciò che conta è soffermarsi sull’errore altrui, errore che non c’è, piuttosto che prendersi la briga di controllare se questo sia proprio totalmente imbecille, aprendo ad esempio il pezzo e leggendolo con attenzione, oppure trovando modi altri per tenere occupate le dita -ce ne sono anche di molto gradevoli, mirati anche al proprio piacere, che potrei descrivervi nel dettaglio se questa fosse la sede.
Nello scusarmi per l’autodifesa informo di essere disponibile per consigli in privato, o eventuali lezioni gratuite, e saluto con tanta tanta cordialità non prima di avervi ricordato che non esiste nulla di male ad essere pro-salvini o anti-segre, mentre invece c’è molto di serio a prendere vie trasversali per attaccare senza nemmeno avere letto ciò che si attacca. Porta a pensare che magari è proprio per superficialità di giudizio che poi le cose vanno come vanno. E non ve lo meritate…
Poi, come ho già scritto, a mettere a posto la faccenda ci pensa Liliana Segre, ultra 90enne senatrice a vita, il cui sacrificio di deportata è servito anche per permettere a quelli come Salvini di dire quello che gli pare e dovrebbe avere insegnato, anche a quelli che ci sguazzano, dove porta la propagazione d’odio, quando dice: “Io sono scaramantica, per questo vivo a lungo”, ricordando a quelli come loro che dopo averne viste di tutti i colori, le loro battutacce le fanno il solletico.
(21 gennaio 2021)
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