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Il Salvini segretario si lamenta dell’aumento a Tridico deciso dal governo del Salvini vicepremier

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di Giovanna Di Rosa #Roma twitter@GaiaitaliaRoma #Maiconsalvini

 

Non è nemmeno la prima volta che in casa leghista succede che a un leghista succeda qualcosa senza che nemmeno il leghista lo sappia. E’ successo a quelli che hanno percepito il bonus di 600 €, che lo hanno percepito senza sapere che lo stavano percependo – a proposito in Piemonte i sospesi per bonus sono già stati reintegrati, sapete il post-elezioni… – e quindi nemmeno Matteo Salvini poteva sottrarsi alla regola.

Succede infatti che il Matteo Salvini segretario della Lega si incazzi come una bestia per un aumento, quello di Tridico, deciso dal govero di cui Matteo Salvini era vice primo ministro e ministro dell’Interno. Naturalmente lui non sapeva, quando era al Governo, che dal governo se ne sarebbe andato dopo una battaglia persa con un mojito al quale chiedeva pieni poteri, e quindi nemmeno poteva immaginare che dopo più di un anno dalla sua ingloriosa dipartita dal governo balneare del Papeete, l’aumento a Tridico sarebbe arrivato sul serio.

Davvero, ci sono disinformazioni che poi ti presentano il conto quando meno te l’aspetti. Peccato che Salvini dimentichi di protestare per l’aumento degli emolumenti al presidente dell’INAIL che è uomo gradito alla Lega. Perché ci sono sempre aumenti di serie A e di serie B.

Della comica circostanza scrive Next Quotidiano che cita Repubblica.

Gli stipendi di oggi dei vertici di Inps, ma anche di Inail, sono frutto di un patto Lega-M5S siglato con l’altro vicepremier Matteo Salvini e avallato dal premier Conte. Lo dicono le carte. La legge istitutiva di Reddito di cittadinanza e Quota 100 — la 26 del 2019 — prevede che le retribuzioni siano fissate con decreto del ministro del Lavoro. Una nota dell’allora capogabinetto di Di Maio, Vito Cozzoli — ora presidente di Sport e Salute, spa del ministero dell’Economia — datata 12 giugno 2019, lo dimostra. Con tanto di cifre: 150 mila euro al presidente, 100 mila euro al vicepresidente e 23 mila euro ai tre consiglieri dei due consigli di amministrazione ancora da nominare. La nota era indirizzata alla Direzione generale per le politiche previdenziali dello stesso ministero del Lavoro e per conoscenza al premier, al ministro del Tesoro Giovanni Tria e al Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta.

Così che tra Di Maio che chiede chiarimenti, Salvini che chiede le dimissioni e Conte che non ne sapeva niente siamo al gioco delle tre scimmieti, con tutto il rispetto per gli augusti personaggi, e all’ennesima comica che si consuma nel regno del populismo. Certo è che il colpo di Stato ordito dal mojito traditore ai danni dell’uomo che ha dato la vita per l’Italia e per difendere i nostri confini e che pagavate per quello ha fatto in modo che la questione slittasse fino ad oggi. Se non ci fosse stato lo scivolone sulla foglia di menta forse dell’aumento non ce ne saremmo nemmeno accorti.

 

(30 settembre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 




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