di Redazione #Coronavirus twitter@gaiaiataliacom #Italia
Con una conferenza stampa pluricontestata da chi vuole dare la spallata al governo, ma apprezzatissima dagli italiani la cui fiducia nel presidente Giuseppe Conte cresce giorno dopo giorno a dimostrazione che le stupidaggini gridate non servono più di un presunto buon senso detto con buon senso, Giuseppe Conte di cui sopra, ha annunciato la chiusura dell’Italia.
Anzi no. La chiusina dell’Italia. Anzi, no. Non si capisce bene. Ma qualcosa si è capito. Che le piastrelle sono un bene essenziale, manducandole con pazienza si ottiene infatti l’effetto di sentirsi come ruminanti e per un popolo che elabora ruminazioni è già un risultato.
Battute infelici a parte il decreto è il solito decreto all’Italiana: quasi incomprensibile. E le attività essenziali riservano come sempre alcune sorprese; oltre alla filiera legata al farmaceutico e all’agralimentare, essensiali, ovviamente, non si fermano: le attività di estrazione di petrolio e gas, la fabbricazione di articoli tessili, tecnici e industriali, il commercio all’ingrosso dei prodotti del tabacco, i trasporti, i servizi postali e i corrieri, le attività alberghiere, i servizi di comunicazione e informazione, le attività legali e contabili, gli studi di architettura e ingegneria, i servizi di vigilanza, i call center, le attività di riparazione e manutenzione di computer, le attività di riparazione di elettrodomestici e articoli per la casa, il personale domestico.
Così per chiarezza, e a scanso di errori da parte nostra, ecco a questo link il PDF con l’elenco di ciò che è permesso e ciò che non lo è.
(23 marzo 2020)
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