di Giancarlo Grassi #Maiconsalvini twitter@milanonewsgaia #Politica
Matteo Salvini sta cercando colpevoli dappertutto, denuncia governatori, grida incongruenze, se la prende con Conte dice che qualcuno dovrà pagare per gli errori commessi, se ce ne fossero, ma dimentica che le regioni con il maggior numero di casi di coronavirus e di morto sono la Lombardia e il Veneto governati dalla Lega. Se avessimo la stessa testa di Salvini, ragionassimo cioè nello stesso squallido modo opportunista per un voto in più, saremmo costretti a fare uno + uno e decidere che se in quelle regioni ci sono più casi è colpa di Fontana e Zaia. E gridare: “A casa!”.
Ma nessuno è così stupido da gridare una scemenza simile se non è più che sicuro che c’è tutto un popolino di incolti impauriti che seguono ogni volatile inutilità che esca dalla bocca del Tribuno, è quindi evidente che Salvini la grida perché gli è necessaria e utile all’affermazione politica che spera prossima, futura e assoluta.
Gli va male anche stavolta. Perché nonostante ciò che egli pensa, abituato evidentemente al suo elettorato, il dormiente si sta risvegliando e non è detto che anche il prode Tribuno non si svegli di soprassalto, dentro un incubo peggiore di quanto abbia mai immaginato. Perché Salvini senza potere è un uomo morto, perciò rimane abbarbicato alla sua carica di segretario della Lega e di leader del primo partito d’Italia nelle intenzioni di voto (ma le suppletive a Napoli le ha perse) per scorrazzare liberamente da un luogo all’altro e da una televisione all’altra per imporre il suo verbo contro tutto e tutti. Anche contro la realtà.
(24 febbraio 2020)
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