di Giovanna Di Rosa #venezia twitter@gaiaitaliacom #politica
Un nemico al giorno fa bene al leader. Oggi, dopo lo speronamento a Venezia, dopo anni che viene detto da tutti che le grandi navi sono un danno per la Laguna e per Venezia; dopo che addirittura è stata censurata una mostra fotografica sulle grandi navi a Venezia; insomma dopo un fattaccio Salvini si è accorto che a Venezia c’è un problema con le grandi navi. E s’infuria (a ragione).
Messi da parte i negher, i migranti, gli avversari politici, Berlusconi, il PD, Fabio Fazio, Roberto Saviano, lo spread, l’Europa, oggi Matteo Salvini ci regala un’incazzatura sensata ed un commento sensato dopo una disgrazia creata dall’insensatezza – che è anche del Sindaco di Venezia, non soltanto del ministro del M5S che è, Salvini lo ricordi, alleato di governo del leghismo dell’uomo solo al comando.
Salvini, scrive il quotidiano Libero è furioso.
Mi risulta che una soluzione fosse stata trovata e condivisa. Mi risulta che qualcuno aveva messo intorno a un tavolo tutti, predisponendo una soluzione che prevedeva alcune navi a Porto Marghera e un allargamento di un canale, ma che tutto sia stato bloccato perché è arrivato un no da un ministero romano. Sono stufo dei no, l’Italia va a fondo, abbiamo bisogno di sì e non è un ministero della Lega quello che ha detto no”.
Se risulta a lui, immaginiamo che fosse lì, non risulta a noi né a molti degli Italiani che il problema delle grandi navi a Venezia non sa nemmeno che cosa sia, considerando quanto sia stato fatto per farlo passare sotto silenzio – chiedete ai veneziani – e quanto il Sindaco della città lagunare si sia speso perché attorno alla faccenda si facesse poco rumore.
Poi il fattaccio con feriti, alcuni gravi, ed un ministro dell’Interno che è uomo forte di un governo di incompetenti impresentabili che si fanno belli con gli studi di fattibilità e le comparazioni costi-benefici, come li chiamano loro, e non risolvono un problema che sia uno. E il ministro dell’Interno non è certamente innocente scegliendo lui, giorno dopo giorno, di gridare contro gli fa più comodo dal punto di vista elettorale.
(3 giugno 2019)
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