di G.G. #Sassuolo twitter@modenanewsgaia #25aprile
Mi trovavo a Sassuolo Mo), in mattinata, per seguire lo smontaggio della mostra di ceramiche organizzata dal nostro editore nella patria della ceramica e mi sono trovato a seguire (foto) il corteo che celebrava compostamente e solennemente il 25 aprile 1945, nel 74° anniversario dal nazifascismo da parte degli alleati senza dimenticare, Sig. Ministro dell’Interno, che quando gli alleati arrivarono molte città italiane – e Modena e la sua provincia tra quelle – erano già state liberate dai Partigiani.
Non si tratta di celebrare questa o quell’altra parte – è disumano schierarsi dalla parte dei nazifascisti semplicemente per opporsi ad una ideologia inventata quella che viene attribuita ai partigiani – ma soltanto di farsi trapassare alla commozione, sì alla commozione, quella sì meramente umana che il nostro inno nazionale splendidamente suonato dalla banda cittadina, insieme al corteo composto, ai visi solenni e gli sguardi sorridenti, ci hanno provocato. Alcuni degli addetti allo smontaggio, detto per inciso, appena le note dell’Inno d’Italia sono risuonate nella splendida piazza antistante il palazzo Ducale, hanno smesso di lavorare e lo hanno ascoltato sino alla fine. Bello.
Ecco. Poche parole per ricordare a coloro che sputano sul 25 aprile, andando a celebrarlo “da un’altra parte”, in compagnia dei “poliziotti e le poliziotte” che “lottano contro la mafia”, quella mafia di cui non si parla quasi più e che sembra scomparsa dal tessuto politico-sociale-economico italiano, che pronunciare parole di disprezzo di questo tipo in uno dei paesi sovranisti [sic] ai quali certi sovranisti [sic] nostrani dicono di ispirarsi – che siamo quelli governati da Putin, Erdogan, Orbàn o quello immaginato da Le Pen – porterebbe diritto in galera. Con probabile perdita della chiave d’apertura della serratura.
(25 aprile 2019)
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