di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
Mai visto un Governo come quello attualmente in carica: non c’è neanche un problema o una questione su cui non stia facendo retromarcia. Dall’Ilva di Taranto ai vaccini nelle scuole, dai conti pubblici alla ‘beffa’ dei migranti eritrei, l’esecutivo guidato dal professor Giuseppe Conte sta dando sempre più l’impressione di procedere in retromarcia. Ma il ‘colmo’, in tutto questo, è che si tratta, almeno per il momento, dell’esecutivo dotato di maggiore consenso in tutta la nostra Storia repubblicana: neanche Silvio Berlusconi o Alcide De Gasperi hanno potuto godere di suffragi così plebiscitari. Un Governo che non ne ‘azzecca’ una neanche per sbaglio, che ci ha persino reso simpatica la Cei, la quale, nei confronti di Matteo Salvini, ha dato prova di un’astuta sapienza che non vedevamo dai tempi di Giulio Andreotti, quando riuscì a far fuggire i dirottatori palestinesi della ‘Achille Lauro’.
Probabilmente, questa volta i vescovi hanno pienamente ragione: questi qui bisogna ‘fotterli’ lasciandoceli credere.
Il problema, tuttavia, è che in questo ‘Governo del cambiamento’ continuano a crederci anche gli italiani. Pochissimi giorni fa, il ministro degli Interni è stato accolto con applausi e ovazioni da rockstar dall’intera cittadinanza di Viterbo, posizionata ai bordi delle strade come ai tempi di Adolf Hitler dopo l’anschluss (l’annessione, ndr) dell’Austria nel 1938. Veramente impressionante, tutto questo: sembra quasi che qualcuno stia convincendo gli italiani a stare dalla parte di questo esecutivo, nonostante tutto e a dispetto di ogni evidenza. Viene da pensare che vi sia veramente la ‘regia’ di qualcuno che, in qualche modo, dall’interno o dall’estero, stia manipolando l’opinione pubblica.
E’ veramente strana, tale situazione.
Alcuni mi suggeriscono che un simile consenso oceanico deriverebbe da un problema, quello migratorio, assai mal gestito nei suoi aspetti organizzativi di una più ordinata integrazione sociale. Eppure, analizzando la situazione anche in termini ‘capillari’, tutte queste problematiche noi non le vediamo. L’odioso caso di Macerata, all’inizio di quest’anno, è stato senza dubbio il detonatore di ‘qualcosa’, ma rimane altresì vero che, di casi del genere, se ne sono verificati assai pochi. E comunque, in numero inferiore rispetto ai delitti e alle violenze commesse dagli italiani. Noi continuiamo a ritenere che la questione migratoria continui a essere largamente strumentalizzata, al fine di ottenere un consenso fortemente imperniato su un genere di paura capace di alimentare, a sua volta, una domanda di maggior protezione sociale. In tal senso, se questo Governo riuscirà a ‘centrare’ anche solo un paio dei suoi obiettivi, come il reddito di cittadinanza e una credibile ‘pace fiscale’, probabilmente potrà garantirsi un potere di lunghissima durata, pur facendo molto male tutto il resto. E’ stato scatenato un fenomeno veramente particolare, all’interno delle masse popolari (non solo quelle italiane…), che si risolve all’interno del medesimo ambito nel quale il processo viene innescato. Una sorta di teoria del ‘mulinello’ che si alimenta da solo: si ‘gonfiano’ alcune questioni, indubbiamente ‘spinose’ ma non così di emergenza – immigrazione o spirale deflattiva – per utilizzarle a fini di propaganda e risolverle, alla fine, attraverso rimedi più ‘percettivi’ che empirici.
Siamo ormai giunti alla pura immagine che riesce a condizionare la realtà.
C’è un metodo, secondo noi, dietro a tutto questo: una strategia manipolativa precisa. Qualsiasi Governo, anche dotato di una larga base di consensi, dopo questi primi mesi di ‘dietro front’ e di torti evidenti, sarebbe già ben oltre la fine della cosiddetta ‘luna di miele’. Invece, questa volta le cose non stanno andando così. Si tratta di una vera e propria strategia ‘divisiva’, alla quale probabilmente anche il centrosinistra ‘renziano’ ha fornito il proprio inconsapevole contributo. E’ stata, insomma, rispolverata l’antica dicotomia ‘amico/nemico’, tipica dei movimenti totalitari e antidemocratici. E’ anche vero, come ha avvertito di recente lo storico Emilio Gentile, che il razzismo, in occidente, non è nato in seno alle alle ideologie assolutiste – marxismo e fascismo – bensì nelle democrazie imperialiste e coloniali del XIX secolo. Il fascismo stesso, prima di giungere alle ‘sciagurate’ leggi razziali del 1938, fu a lungo restìo ad aderire alle idee espresse da Adolf Hitler nel suo terrificante ‘Mein Kampf’. Un volume in cui, lo ribadiamo per l’ennesima volta, il tiranno austriaco non individuava solamente gli Ebrei come razza da espungere totalmente dal corpo sociale europeo, bensì proponeva una vera e propria ‘classifica delle razze’ in cui neri, giudei e comunisti non erano nemmeno agli ultimi posti: le categorie più odiate da Adolf Hitler erano le popolazioni slave e quelle nomadi, Rom e Sinti. Per carità, qui non stiamo affermando che, anche in questo caso, siano state messe in campo delle costruzioni ideologiche di questo tipo, che oggi risulterebbero eccessive o anacronistiche anche ai ceti più reazionari del popolo italiano. Ma un qualcosa del genere, magari ‘in sedicesima’, secondo noi è stato, in qualche modo, provocato. Il confine risulta, ovviamente, più ristretto: un po’ come quando si passa dagli sport estremi ai videogiochi di guerra della ‘Playstation’, o come diavolo si chiama. Tuttavia, è in atto un qualcosa di insidioso e di ‘strisciante’, che rischia di depistare il popolo italiano, al fine di condurlo verso una nuova deriva disastrosa. E il fatto che una buona parte dei cittadini, per l’ennesima volta, ci stia ‘cascando’ con tutte le ‘scarpe’ è ciò che, più di ogni altra cosa, dispiace e rattrista, benché da noi ampiamente previsto e denunciato.
Una parte del popolo italiano non cambierà mai.
Ma tutto questo non è certamente una sua colpa, bensì deriva da alcuni atavici ‘retaggi’ d’inciviltà giuridica e morale a cui la Repubblica italiana, in più di 70 anni di vita, non ha mai saputo porre rimedio attraverso la scuola e l’istruzione. Settori da sempre governati e gestiti, con l’esclusione del solo Giovanni Gentile, da un personale interno mal selezionato e completamente privo di ogni ‘spina dorsale’, morale o culturale. L’Italia dei furbi e degli ‘amorali’: è sempre la stessa ‘strega maledetta’ a infestare l’Italia. Un ‘satanasso’ contro il quale non può certo bastare un semplice esorcismo, o qualche rito esoterico-religioso. Servirebbe una nuova ‘spina dorsale’ culturale, per l’Italia e per l’Europa stessa. E noi, una nostra ‘soluzione laica’ ce l’avremmo. Sempreché, anche nei settori democratici e progressisti di questo Paese, la si smetta di mandare avanti i soliti arrivisti, buffoni e ‘coglioni’ vari.
(6 settembre 2018)
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