di Emilio Campanella #Venezia75 twitter@gaiaitaliacom #Cinema
Acusada dell’argentino Gonzalo Tobal, in concorso per #Venezia75, è una sorta di legal thriller, ma non rigidamente schematico. In sostanza, le scene processuali sono molto meno, in confronto alle altre, nell’economia del racconto.
Durante una festa molto vivace, Camilla viene uccisa in circostanze ben poco chiare data la situazione di confusione e di andirivieni di gente, tasso alcolico elevato, stupefacenti assunti da tutti i partecipanti al party. Dopo due anni, Dolores, grande amica della vittima, risulta essere l’unica indiziata ed accusata dell’omicidio. Questo il momento dell’azione. Il punto di vista è quello della famiglia che si stringe intorno alla ragazza difendendola dagli attacchi mediatici feroci, da un pubblico assetato di sangue, da un’accusa sadica che tende a logorare psicologicamente l’accusata giudicandone moralmente i comportamenti. Abbiamo visto situazioni reali di questo tipo. Il Mersault di Camus viene condannato per la sua condotta morale, più che per l’omicidio. Qui siamo dalle parti di certe situazioni prodottesi anni fa in Italia…
Tornando alla pellicola, che dura 108 minuti, l’impressione è quella del prodotto televisivo rivolto al mercato interno. Discretamente confezionato, ma senza voli, pur con una buona tenuta di ritmo, occorre ammetterlo, è interpretato senza punte da attori un po’ manierati e da una protagonista catatonica, che ha meno di una espressione, forse per rendere la personalità sotto shock di Dolores, ma un uovo sodo, se mal digerito, provoca gli stessi effetti.
Era proprio il caso di mettere un concorso un prodotto di questo livello?
(5 settembre 2018)
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