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L’arroganza del potere è direttamente proporzionale alla pavidità dell’informazione

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di Giancarlo Grassi #Informazione twitter@gaiaitaliacom #gaiaitaliacomnotizie

 

 

Facciamo riferimento all’articolo che pubblichiamo qui, ovvero alla notizia relativa all’Hotel Plaza di Roma ed al sequestro di due milioni di euro di tasse di soggiorno che l’amministratore delegato non avrebbe mai versato al Comune di Roma per un periodo di quattro anni, dal 2014 al 2018.

L’amministratore delegato della società che gestisce l’Hotel Plaza è il padre dell’attuale fidanzata del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e non è certamente questa la notizia che è, piuttosto, l’atteggiamento che nei confronti della notizia hanno avuto i maggiori quotidiani e l’informazione in generale.

Va detto, perché va detto, che nel caso fosse stato coinvolto nella medesima questione un esponente del PD o di Forza Italia, o una persona vicina ad un qualsiasi esponente di uno dei vecchi partiti, sarebbe esploso un putiferio che quasi sicuramente molti degli organi d’informazione di questo paese avrebbero cavalcato in nome dell’informare. Cosa che non è successa per quest’episodio che passa quasi sotto silenzio e che non vede nessuno puntare il dito contro l’attuale presidente del Consiglio. Non stiamo dicendo che è un male, stiamo dicendo altro. Essendo, lo abbiamo già scritto, l’Italia un paese garantista a seconda della convenienza politica dei poteri forti, informazione inclusa, non stupisce. Ciò che si vorrebbe è che lo stesso atteggiamento venisse mantenuto verso tutti gli attori dell’agone sociale e politico.
Questa mattina (29 giugno, ndr) un network radiofonico nazionale che ascoltiamo sempre in redazione, un network radiofonico di qualità, durante la sua trasmissione del mattino – una pessima trasmissione a metà tra la guitterìa, l’informazione cacofonica e la finta contrapposizione tra un conduttore filo-destre, una conduttrice filo-sinistre ed un comico al quale la radio ha tolto la voce, ma non ha aggiunto il talento, ironizzava proprio su questo fatto, sulla mancanza del puntare il dito contro Conte per la storia del padre della sua fidanzata.
Lo faceva ipotizzando che i giornali alla moda e i giornalisti di un certo tipo cominciassero il tiro al piccione, che non è mai cominciato, e non si può che rallegrarsene.

Il conduttore e la conduttrice, stendiamo un velo pietoso sul comico [sic], si sono completamente dimenticati di qual’era il tenore delle loro trasmissioni quando sotto il fuoco nemico (o amico?) c’era l’allora segretario del PD o qualche esponente di quel partito. La mancanza di tiro al piccione non può che essere gradita: lo sarebbe ancora di più se non fosse mancanza di coraggio venduta per civiltà dell’informazione.

L’Italico agire forte con i deboli e pavido con i forti deve essere applicato anche alla casta che governa certa informazione e che reagisce con un certo disprezzo (vieppiù insopportabile) alle critiche; quella classe politica che pretende di orientare l’opinione pubblica e le scelte politiche, quando non anche il voto e le elezioni, decidendo prima chi dovrà vincere la tornata elettorale e prostrandosi con anticipo ai possibili vincitori; quella classe giornalistica alla Marco Travaglio che, per fingere obbiettività, si preoccupa di far filtrare la notizia sul padre della fidanzata di Conte prima di tutti gli altri. Un atteggiamento disgustoso.

Ricorderanno i più anziani tra voi la genuflessione a Silvio Berlusconi del 90% dei giornalisti italiani: ai tempi del suo massimo splendore il Nano di Arcore decideva le sorti e le poltrone di direttore di quasi tutti i giornali d’Italia, direttamente o indirettamente: Erano proprio i genuflessi a gridare con più livore, apparentemente inflessibili, contro quella che chiamavano l’arroganza del potere che voleva zittire l’informazione.

Oggi come allora l’arroganza del potere è direttamente proporzionale alla pavidità dell’informazione e dei suoi operatori: anche per questo la notiza sul “suocero” di Conte è passata più o meno sotto silenzio e i troll pentaleghisti sembrano non esistere più. Naturalmente stiamo parlando a moglie perché “suocero” intenda.

 

 





 

(29 giugno 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

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