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Egitto Ritrovato, La Collezione Valsè Pantellini A Rovigo, Palazzo Roncale, sino al primo luglio

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di Emilio Campanella #Egitto twitter@gaiaitaliacom #Arte

 

 

Che Rovigo abbia la sua collezione di reperti egizi, quando l’ho saputo non mi ha certo meravigliato, data l’importanza di una secolare istituzione come l’Accademia dei Concordi; neppure è sorprendente che un imprenditore del turismo, come diremmo oggi, se ne sia occupato. Giuseppe Valsè Pantellini (1826-1890), rodigino, a causa dei moti insurrezionali del Polesine del 1848, scelse Il Cairo come città per il proprio esilio. Gestì con successo Hotels di lusso dove scendeva l’alta società, fra cui due divi dell’ egittologia come Auguste Mariette e Gaston Charles Camille Maspero; erano gli anni dell’inaugurazione del Canale di Suez (1869), di quella del Nuovo Teatro del Cairo con la prima mondiale di Aida di Giuseppe Verdi, che andò in scena nel 1871, ed il cui libretto di Antonio Ghislanzoni è tratto da un soggetto di Mariette ( la prima italiana sarà l’anno successivo al Teatro alla Scala). In quella febbre egittologica che ad ondate investe il mondo della cultura, un po’ come nuovamente in questi ultimi anni, l’allora Presidente dell’Accademia dei Concordi, Lorenzoni, data la fama internazionale di Valsè Pantellini, gli affidò l’incarico di raccogliere una collezione di antichità egizie, come venivano definite allora, degne dell’importanza dell’istituzione che dirigeva.

Dalla richiesta del 1877, all’invio dei reperti, fra il 1878 ed il 1879, che arrivarono a Rovigo in quattro cassoni. Fin qui la vicenda storica.

In questi mesi un’accurata scelta della collezione è esposta al secondo piano del palazzo. Al piano terra, una garbata introduzione dedicata ai più piccoli, grazie alle tavole della disegnatrice Sara Micheli che, con bel tratto ed una gustosa tavolozza cromatica, racconta la vicenda di Valsè Pantellini (quella dei reperti), immagina un leggiadro aspetto ed un nome per la mummia femminile, un’aria sbarazzina per il bimbo, continuando la leggenda senza fondamento che le due persone potessero essere madre e figlio, ma costruendo una piccola storia adatta ad introdurre l’argomento per i più giovani. Nel salone dell’esposizione un ritratto del dedicatario della mostra, alcune belle foto ottocentesche del Cairo, e poi l’attenta scelta dei reperti; molti frammenti, ma di grande bellezza, siano essi stipiti di falseporte, pilastri, steli, cartonnages di epoca tarda, ma anche statue lignee, amuleti, piccole statue votive, ushebti, collane in faience. E’ importante sapere che questa collezione è, con i suoi circa seicento pezzi, comunque, la più ampia, per numero di oggetti, del Veneto, e che copre tutto l’arco storico dell’Egitto antico: dall’Epoca Predinastica, a quella Tarda, greco-romana; valore non da poco, per la didattica.

A conclusione del breve, raccolto, intenso percorso, scientificamente ineccepibile, la sala, cui solo ci si affaccia, dove Cinzia Oliva, specialista che collabora anche con il Museo Egizio di Torino e che ha avuto in cura mummie famose, come quelle di Kha e Merit, sarà presente in date stabilite, per procedere al restauro di quelle rodigine, di cui ormai tutti parlano, e rispondere alle domande dei visitatori come ha fatto, con grande pazienza alla presentazione per la stampa. I due individui sono un adulto di sesso femminile dell’età presumibilmente compresa fra i venti ed i venticinque anni e forse databile al Terzo Periodo Intermedio od all’Età Tarda. Le ricerche tenderanno ad appurare elementi che possano portare a definire con maggiore precisione la collocazione temporale, ed un eventuale contorno di informazioni legate alla persona. Così sarà per il bambino-bambina di epoca romana.

Questo è solo l’inizio di un lavoro di valorizzazione di una collezione che non viene esposta al pubblico anche da troppo tempo. Non è stato pubblicato un catalogo. Il consiglio è di recarsi alla sede dell’Accademia dei Concordi, vicinissima, ed acquistare alla biblioteca, per un prezzo, peraltro, decisamente molto contenuto, la pubblicazione che porta le schede scientifiche di tutta la collezione, con introduzioni, dati tecnici e fotografie accurate: La Collezione Egizia dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, di Simone Musso e Simone Petacchi, il volume è autoedito.

 





(17 aprile 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

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