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David Borrelli via dai 5Stelle per abbracciare la Lega: i Grillini come Salvini parte seconda

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di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaiataliacom #Ribaltoni

 

 

E’ la stessa intolleranza, lo stesso livore divisivo, lo stesso odio per il paese in quanto tale visto come il nemico che impedisce, che inibisce, quello che dà regole a chi regole non vuole averne che non siano le proprie, ad avere dato vita alla Lega prima ed al M5S poi. Entrambi i movimenti populisti si abbeverano alla stessa fonte di un’acqua putrida ed infida che è composta da razzismo, intolleranza, opportunismo, tuttofobia, incultura, disprezzo per le regole, ed hanno come oggetto di culto il divide et impera che conosciamo da più di duemila anni e che è il vero cancro italiano.

Il M5S, colosso dai piedi d’argilla al borde de un ataque de nervios perde il numero 3 dell’associazione Rousseau, il terzo socio, che è al corrente di tutti i segreti della secretati dalla Casaleggio Associati, quell’impresa che si è inventata i portali favolosi con – dicono i maligni – tutti quei buchi di sicurezza che gli hacker mattacchioni hanno denunciato su ogni social, con ogni tweet possibile, con ogni post disponibile, facendo un’opera di bene al figlio di tanto padre e beccandosi una denuncia in cambio. L’umana ingratitudine!

Noi non frequentiamo quei portali e non sappiamo, ma sembrano essere gli stessi che ospitano le poderose macchine elettorali online [sic] che creano problemi anche a quei pochi utenti, rispetto al numero di iscritti che viene venduto come reale – e rispetto al quale numero non abbiamo motivi di dubitare – che vogliono regalare in pace le loro poche decine di voti al candidato premier che insegna Giurisprudenza a Mattarella senza avere la laurea.

E’ quella la Casaleggio Associati che non riesce a tenersi nemmeno l’eurodeputato David Borrelli che saluta e decide di fondare un nuovo Movimento probabilmente unendosi in un opportunistico abbraccio con ex leghisti veneti. “Non sono malato”, dice sbugiardando chi aveva sparso la fandonia, son specialisti, mentre annuncia la sua scelta David Borrelli omen nomen. L’ira funesta di Luigi Di Maio che infiniti lutti addusse a chi gli crede, si manifesta in tutta la sua indignata impotenza e vacuità: “Voleva un terzo mandato”.

Orrore, morte, disperazione e sconcerto spezzano il cuore già esulcerato del premierino già steward del San Paolo, che darà spettacolo urbi et orbi quando ci sarà da lasciare il Parlamento. Se non lo fanno fuori, politicamente parlando, prima.

Ed è pronto il processo di demonizzazione mediatica dell’ex europarlamentare del M5S che ha avuto lo sfrontato ardire di lasciare le fila dei predestinati della Sacra Setta di Grillology, quelli che trasformano la politica in fanatismo religioso sennò gli tocca ragionare, mentre la fede non si discute, ed è una fonte vicina a Di Maio citata dal quotidiano La Stampa ad insinuare: “L’unico a conoscere la verità era Davide Casaleggio, ma noi sapevamo che da tempo chiedeva qualcosa che non gli potevamo dare”. Cosa avrà mai chiesto Borrelli? Non è dato sapere, e francamente non ce ne frega nulla. Anche perché è sempre La Stampa a riportare indiscrezioni che, se confermate, darebbero più soddisfazione di un buon piatto a tavola.

Pare infatti che “dopo il fallito approdo nel gruppo dei liberali orchestrato proprio da Borrelli, la pattuglia europea dei 5 stelle ha perso quattro membri: uno passato con la Lega, un altro nei Verdi, mentre altri due si sono autosospesi. Con l’uscita di Borrelli ora restano in dodici rispetto ai diciassette di inizio legislatura. E c’è chi è pronto a scommettere che presto il numero si ridurrà. Ci sarebbero infatti alcuni eurodeputati particolarmente attivi nei rapporti con gli altri gruppi. Due diverse fonti parlamentari, per esempio, fanno il nome di Dario Tamburrano, che avrebbe recentemente aperto un canale di dialogo con i vertici dei Verdi per discutere di un suo possibile approdo. Philippe Lamberts, numero uno dei Verdi, non conferma. Tamburrano, contattato da La Stampa, smentisce. Ma nel gruppo sale la tensione: “Dopo il 4 marzo – fa notare un’altra fonte M5S – potrebbe saltare il tappo”.

Vedrete come la realtà supererà di gran lunga, anche stavolta, la più perfetta delle finzioni.





(15 febbraio 2018)

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