
di Giancarlo Grassi
Di base una manifestazione a favore del lavoro nero. O se preferite l’ennesima manifestazione della CGIL che si riscopre comunista dimenticandosi di quando pagava coi voucher e di quando, ai tempi dell’inciucio governativo tra il PD e Berlusconi, per reggere il governo Monti, e con entusiasmo votava anche quella misura che poi, miracolosamente, diventava insopportabile ed inderogabilmente da sopprimere ai tempi del governo Renzi. Coerenza camussiana. Il colpo di coda di un sindacato un tempo filo-operaio ora leghista e che continua, nonostante ci dicano che la maggioranza delle sue tessere sia filo-Salvini, a professarsi rosso come il rosso colore dell’amore?
E’ difficile capire. Perché i voucher che non sono voucher e che sono contratti di natura differente dai voucher sono ora presi a pretesto da una confederazione sindacale che quando i voucher erano i voucher sul serio li usava a migliaia e migliaia senza battere ciglio.
Susanna Camusso è esilarante quasi più di Virginia Raggi. Perché l’eccellenza è incontestabile.
Lo dicesse, la signora-bene col capello brizzolato ed il fazzoletto rosso al collo – che portarlo verde fa troppo salvinismo: “Mi sta sulle balle Renzi e farei qualsiasi cosa per distruggerlo”, ed allora questo avrebbe un senso, ma questo filo finto-comunismo del conto in banca a sei zeri con trent’anni di ritardo che hanno ripreso a professare i vari D’Alema, Bersani, Speranza, Camusso e tutta la triste congrega del 5% scarso (con D’Alema) o del 16% (con Roberto Saviano, lo scrive Il Fatto Quotidiano, dev’esser vangelo) fa soltanto piangere, perché è fuori tempo. Loro sono fuori tempo. Sono obsoleti. Sono inutili. Sono vecchi. Sono patetici. Sono finti. Sono un ostacolo per l’Italia. Loro sono quelli degli inciuci. Altro che le future alleanze che non si vedono e delle quali nessuno parla.
Nulla avremmo da dire, e nulla abbiamo detto né scritto, qualora l’opposizione venisse da chi coerentemente, sempre, ha professato l’opposizione a questo tipo di misure: parliamo di Sinistra Italiana, dei vari gruppi di sinistra e dei comunisti che contro la politica del voucher sempre si sono battuti, non per il voucher in sé, ma per ciò che al voucher stava dietro, e che la CGIL camussiana ha invece ignorato, utilizzandoli – c’era la Legge. La CGIL che utilizzava i voucher era la stessa di oggi o ci siamo persi qualcosa? Susanna Camusso, che è quell’anziana signora in prima fila che regge uno strisicone con scritto “Rispetto!”, e ci vuol coraggio, che grida ai giornali che è stata reintrodotta la precarietà, quando l’ha firmata quella precarietà dove stava? Cosa ci siamo persi, ancora?
Perché, vedete, alla fine noi non contestiamo le idee: noi contestiamo l’incoerenza, l’opportunismo, il voltagabbanismo, l’agire politico spudorato per due voti in più, le misure prese non per costruire ma per ostruire, le manifestazioni finte manifestate interamente da sindacalisti ai quali dei lavoratori interessa ormai poco; contestiamo l’agire su ordine di un uomo come Massimo D’Alema che non riesce nemmeno più ad essere imbarazzante. Lui è oltre. E sono oltre anche i venditori di fumo che al grido dalimiano sono accorsi per vendere fumo atto a coprire ciò che loro non hanno fatto, accusando gli altri per ciò che hanno fatto. E’ il gioco della politichina italiana che ha dato vita al M5S. Camusso prima o poi dovrà prendersi anche questa responsabilità. Nel frattempo potrebbe fare un gesto per l’Italia: tornare a fare l’operaia, ammesso che l’abbia mai fatta. O cominciare a farla. Sarebbe un beneficio: per lei e per noi.
(18 giugno 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)