di Ghita Gradita
Era fantastica di rosso vestita la Bianca Berlinguer che t’aspettavi cominciasse a cantare “Bella Ciao” (pure lei!) da un momento all’altro mentre conduceva la trasmissione più antirenziana, più di parte che abbia avuto modo di vedere negli ultimi anni, seconda soltanto alla Tele Kabul antiberlusconiana che servì a poco, anzi a pochissimo. Con la splendente Bianca di Rosso vestita la cream dell’antirenzismo di oggi, come a Tele Kabul c’era sempre il meglio dell’antiberlusconismo.
C’erano Luigi Di Maio, portavoce della Casaleggio Associati ed ex pupillo del Vate del Sacro Blog; insieme a lui Massimo D’Alema che ci ha raccontato le vere ragioni della scissione nel PD: “L’elemento di divisione è Renzi. Se Renzi viene rimosso, il centrosinistra tornerà a essere unito”, che tradotto dal dalemese significa, se torno ad essere io il capo tutto tornerà come doveva essere. Con lui Maurizio Landini che se l’è presa coi voucher come se la CGIL non li usasse, quindi Michele Placido, uno che parlava di gelati o forse li produceva e quindi Fiorella Mannoia che si lamentava di non aver vinto Sanremo con quella canzone insulsa che dice: “La vita è perfetta” perché la scemenza sanremese ci deve pur stare. Ogni intervento trasudava antirenzismo. Mancava solo che Mannoia accusasse Renzi di avere favorito il vincitore perché lei è stata per un breve periodo della sua vita grillina convinta prima della conversione versus Raggi che doveva servirle a raccogliere più voti dalla platea sanremese. Le è andata male.
Tra loro la gongolante Bianca di Rosso Vestita, trasudante seriosità comunista da tutti i pori, contrita nel ruolo di grande conduttrice dopo essere stata una mediocre direttrice di tg (per sette anni, mica due giorni), che si è inventata un contenitore pieno di comici [sic] per “alleggerire” il programma. Di comico bastavano gli interventi degli ospiti che dovevano parlare “di cose serie”. Ma a Berlinguer Bianca di rosso vestita questo dettaglio insignificante deve essere sfuggito.
(24 febbraio 2017)
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