di G.G.
Con un discorso infarcito di rozzo populismo e di profondo razzismo WASP, Donald Pel Di Carota Trump ha giurato come 45° presidente degli Stati Uniti e dall’Italia gli è giunto, inaspettato e non sappiamo quanto gradito, l’endorsement di Luigino Di Maio già steward del San Paolo, fatto che testimonia più l’inaffidabilità del M5S che l’estremismo di Trump.
Il presidente che nessuno voleva e che ha cominciato a ricattare le imprese americane già prima di insediarsi, ha ribadito – in un discorso agghiacciante per rozzezza, insipienza e razzismo – la sua intenzione di riportare gli Stati Uniti ad un iperprotezionismo al quale manca solo la figura di Al Capone (ma ce n’è già uno pronto dietro l’angolo) per riportare gli USA agli anni ’30. Ora c’è solo da sperare che madre natura, e solo lei, compia il suo lavoro in fretta. Sull’endorsement di Luigino Di Maio già steward del San Paolo ci sarà di che sorridere. E, battute a parte, speriamo che sia chiaro a tutti che da oggi questo personaggio eletto alla massima carica della nazione piàù potente del mondo, ha in mano i codici di settemila testate nucleari. Le altre sono in mano a Putin. L’umana stupidità non ha limite alcuno. Non più.
(20 gennaio 2017)
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