di Gaiaitalia.com
La vicenda dei ‘nudi’ artistici occultati o ricoperti durante la visita nel nostro Paese del presidente iraniano Rohani ha mostrato, per l’ennesima volta, la nostra profondissima mancanza d’identità. Gli italiani, se anche avessero voluto sfuggire alla ‘morsa’ delle culture cattolica e italo-marxista, purtroppo si son sempre ritrovati innanzi a un ‘vuoto’, grazie al quale ha avuto gioco facile quel qualunquismo piccolo borghese che durante gli anni del fascismo ha conosciuto il suo momento di massimo fulgore, trovando il proprio tratto più caratteristico in quel gretto indifferentismo che, nell’immeditato dopoguerra, si è risolto in un’adesione interessata e ‘distratta’ alla Democrazia cristiana. Gli italiani, privi da sempre di ogni filosofia laica che non fosse egoistica o ’menefreghista’, continuano a dimostrare la propria perenne caduta di fronte a ogni impegno responsabile nei confronti dello Stato. Ciò avviene anche a causa di 3 ambigui personaggi che hanno popolato con grande successo la nostra vita pubblica, culturale e letteraria: Giovannino Guareschi, un autentico “cretino al cubo” il quale, tramite la sua spicciola morale ‘strapaesista’, ha permeato per intero le avventure dei suoi purtroppo popolarissimi Don Camillo e Peppone, come se tra cattolicesimo tradizionalista e socialismo ‘coatto’ non vi fosse, in mezzo, un bel niente, alcuna tradizione alternativa, nessun’altra cultura politico-identitaria; Guglielmo Giannini, un ex commediografo fondatore dell’Uomo Qualunque, per il quale la massima aspirazione politica degli italiani era riassumibile nel motto “che nessuno ci deve rompere i coglioni”; infine, Leo Longanesi, padre dell’omonima casa editrice e fondatore de ‘Il Borghese’, indiscutibile maestro di giornalismo che, tuttavia, non dimenticò mai d’aver vissuto i suoi anni ‘ruggenti’ proprio durante il fascismo. Grazie a questo genere di ‘esempi’ e condizionamenti, gli italiani sono rimasti un popolo di funzionari pubblici, anche di alto livello dirigenziale, che prendono decisioni assurde; che stappano lo spumante un minuto e mezzo prima dell’arrivo del nuovo anno; che godono di privilegi e di altissime posizioni burocratiche senza riuscire a capire un’emerita ‘ceppa’. Questo ‘vagabondaggio’ identitario degli italiani rispetto a se stessi, alla loro cultura e alla propria Storia, è la vera causa di fondo della loro vigliaccheria, del loro opportunismo, della loro ‘gommosità’. La questione della sotto-rappresentanza di una cultura autenticamente ‘laico-riformista’ si pone, oggi, come uno dei problemi decisivi della nostra democrazia repubblicana, poiché rinvia alla profonda ‘fiacchezza’ morale di un popolo che vive nel bel mezzo del patrimonio artistico più ricco del mondo senza nemmeno esserne consapevole, nella più totale indifferenza.
(28 gennaio 2016)
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