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#Visioni di Mila Mercadante: Twitter non è un social network e un cuoricino non è un’inezia

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Twitter Logodi Mila Mercadante   twitter@Mila56102367

 

 

 

 

 

 

E no, non è vero che non ci sia nessuna differenza tra le stelline e i cuoricini di Twitter. La differenza c’è, altrimenti non ci sarebbe stato alcun bisogno di sostituire le prime coi secondi. Twitter conta circa 350 milioni di utenti attivi ma potrebbe averne molti di più, anzi: deve averne assolutamente di più. Si tratta ovviamente di una questione di profitti, e si sa che tutti gli obiettivi che puntano al profitto guastano qualsiasi cosa. L’idea che Twitter debba trasformarsi per essere più accattivante e per attrarre utenti che considerano “noiosa” o difficoltosa la piattaforma, si basa su motivazioni puramente commerciali: i cuoricini attirerebbero tutti coloro che sono abituati a Facebook, per esempio, così come l’abolizione dei 140 caratteri farebbe venir voglia a milioni di persone di gettarsi nella mischia. Perché? Perché il mondo è pieno di grafomani? No di certo, è che semplificare aiuta, e 140 caratteri costringono tutti noi a fare lo sforzo di sintetizzare evitando di essere fraintesi: la narrazione breve e spesso molto acuta di Twitter ha cambiato non poco il nostro modo di elaborare i pensieri e anche l’estetica del linguaggio e della comunicazione. C’è chi parla già di un nuovo medium creativo e chi sperimenta progetti seriali, il twebook, nuove forme di “fiction” a puntate che si sviluppano con ordine – tweet dopo tweet – rievocando inconsapevolmente o meno la velocità della scrittura di Calvino piuttosto che di Kerouac.

 

Twitter è bello perché è diverso, è qualcosa che sta a metà tra il baretto degli habitués e la redazione di un giornale globale, e soprattutto non è nato per essere un social network: è nato come piattaforma di miniblogging, è stato creato per aggregare attraverso i contenuti e non per privilegiare la condivisione del proprio privato e le socializzazioni: ciò si verifica ugualmente, certo, ma a margine, e come tutti i piccoli “danni collaterali” non può stravolgerne la funzione primaria. Twitter non è Facebook e non è Whatsapp e non è Instagram. Il fatto che si voglia snaturarlo per farlo somigliare ad altro è indicativo di una mentalità secondo la quale più di ogni altra cosa contano la conformità e la quantità, anche a costo di perdere la qualità. Più si è meglio è? Ma neanche per sogno. I veterani di Twitter avvertono già da qualche anno le trasformazioni avvenute nel social: molti fake, molti selfies, meno rispetto, dunque immaginare un futuro ancora meno allettante è facile.

 

Un cuoricino cambia completamente il senso del nostro gradimento: prima di tutto è mieloso, infantile, evoca San Valentino e il ti amo e la freccia di Cupido e rimanda ad espressioni verbali del tipo “wow” e “fantastico!”. Se tutti sappiamo che l’uso degli emoticon non è né casuale né privo di specifici significati non possiamo pensare che il cuore sia un simbolo come un altro. E’ un cuore. Stellinare un tweet significa apprezzare e sottolineare in maniera “asciutta”, significa anche indicare, crearsi una sorta di deposito di notizie da andare a leggere più tardi, quando si ha tempo, e contemporaneamente offrirlo ai propri followers. Moltissimi utenti scoprono altri utenti attraverso quelle stelline, moltissimi ricevono informazioni utili evitando la frammentazione, altri considerano le stelline un codice per raggiungere piccole perle altrimenti difficilmente individuabili. La stellina è il simbolo adatto a una piattaforma che ha sempre puntato sull’informazione e sulla consapevolezza, il cuore è un simbolo adatto alla mera condivisione, al fan-boy. Non so, magari esagero, ma mi fa proprio strano pensare che adesso si debba “cuorare” un articolo di psychiatryonline o un affondo di Wu Ming Foundation piuttosto che una battuta di ArsenaleK. Il cuoricino creerà confusione e disperderà l’attenzione per il semplice fatto che i nuovi utenti – magicamente attratti dall’emoticon più friendly – cuoreranno la qualunque, abbagliati dall’ordinario, dalla dismisura, dal gioco, da minuzie feriali. E così, funzione nuova dopo funzione nuova, i reclutamenti da altri social diventeranno consistenti e Twitter sarà definitivamente convertito in qualcosa di totalmente interdipendente da altri modelli convenzionali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(4 novembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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