di Gaiaitalia.com
La notizia sembra non essere tanto quella del titolo quanto la dichiarazione dell’esponente di Sel, Giovanni Paglia, che dichiara: “Con questo lavoro è chiaro come un parlamento diviso messo in condizione di lavorare senza la presenza ingombrante del governo può costruire un consenso”. Una delle tante dichiarazioni roboanti del partito di sinistra con meno voti della storia, costruito ad immagine e somiglianza di un leader come Nichi Vendola che non si vota nemmeno da solo.
C’è poi la questione della neutralità della rete, particolarmente caro al M5S e a tutti noi, evidentemente, salvo poi non perdere di vista il fatto che ognuno userà la rete come gli pare, ma si parla di neutralità delle Rete non di neutralità di coloro che sulla rete vivono ed operano. Con il Nuovo Centro Destra che lascia intendere che potrebbe accettare anche a una rete a due velocità, siamo di fronte al classismo più bieco: chi la paga naviga veloce (veloce? in Italia?!?) e chi non può pagarsela si piglia quel che passa il convento. C’è poi chi grida che la carta non parla di libertà economiche, come se non ci fossero già e si dimentica degli articoli della Carta che riguardano il Diritto di accesso, alla conoscenza e all’educazione in rete, alla Tutela dei dati personali, all’autodeterminazione informativa, all’inviolabilità dei domicili informatici, all’anonimato, all’oblio e alla sicurezza in Rete.
Rodotà gioisce. Ne ha ben donde. Ora vedremo dove questa Carta, firmata da Francia a Italia ed approvata il 3 novembre scorso, ci porterà e l’uso che ne faremo. Per ora siamo forse troppo impegnati a fare i conti con Google e Facebook, colossi spaventosi che dettano legge.
Qui trovate la Carta dei Diritti in Internet. Facciamone buon uso.
(4 novembre 2015)
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