di Daniele Santi
In tempi in cui si parla tanto di diritti e di Unioni Civili non si può evitare di notare l’assenza delle Dive a capo del movimento LGBT, normalmente onnipresenti con i loro svolazzi ed il loro presenzialismo da sfilata di moda, ammutolite forse dalla possibilità che finalmente una legge per le coppie omosessuali questo paese ce l’abbia (poi cosa andranno a fare?), disperate e distrutte (oseremmo dire sfrante) dalla certezza che se legge ci sarà non sarà per merito loro.
Ci ponevamo una domanda tanto semplice come “Le Dive dell’associazionismo LGBT stanno pensando ad una manifestazione a favore delle Unioni Civili o lasceranno campo libero all’intollerante integralismo omofobico della destra cattofascista?” quando un banner, come un sinistro presagio, ha attirato la nostra attenzione e ci ha portato ad una Fiera dedicata ai matrimoni tra persone delle stesso sesso – che in Italia non esistono, che viene organizzata mentre non esistono nemmeno le Unioni Civili, insomma cosa non si fa per vendere – alla quale Arcigay sfolgorante in tutta la sua lucida intelligenza strategica ha dato il patrocinio.
Il banner ci ha fornito la risposta che cercavamo all’insulsa domanda: “Le Dive dell’associazionismo LGBT stanno pensando ad una manifestazione a favore delle Unioni Civili o lasceranno campo libero all’intollerante integralismo omofobico della destra cattofascista?”. La risposta è probabilmente la seguente: “Come potranno pensare se sono sì impegnate in iniziative così intelligenti ed utili come quella di cui sopra?”.
(11 settembre 2015)
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