di Gaiaitalia.com
In un documento reso pubblico il 10 giugno scorso, Amnesty International ha accusato le autorità dell’Azerbaigian di aver smantellato in modo sistematico la società civile del paese alla vigilia dei Giochi europei, compromettendo seriamente ogni speranza che questo evento sportivo lasci un ricordo positivo.
Il documento, intitolato “I Giochi della repressione. Le voci che non sentirete ai primi Giochi europei“, avrebbe dovuto essere presentato nella capitale Baku l’11 giugno ma il governo all’ultimo minuto ha negato l’ingresso nel paese ai rappresentanti di Amnesty International.
“L’Azerbaigian non apprezza la missione di Amnesty International a Baku in questo periodo” – hanno dichiarato le autorità del paese, suggerendo che la visita dovrebbe essere rinviata alla fine dei Giochi.
Analogamente, l’ambasciata dell’Azerbaigian di Roma ha rifiutato d’incontrare una delegazione di Amnesty International Italia, che intendeva consegnare firme per la scarcerazione dei prigionieri di coscienza.
Nel documento, pubblicato alla vigilia della cerimonia di apertura del 12 giugno, Amnesty International documenta come, nel corso dell’ultimo anno, giornalisti, difensori dei diritti umani, membri dell’opposizione e giovani attivisti pro-democrazia siano stati molestati, arrestati, incarcerati, aggrediti e torturati in un giro di vite sul dissenso, che si è intensificata all’approssimarsi dei Giochi.
“Nel corso dell’ultimo anno le voci critiche sono state sistematicamente messe a tacere in vista dei Giochi europei. La società civile è stata annientata da un governo che ha voluto creare una zona libera dalla critica e utilizzare i Giochi come un’enorme trovata pubblicitaria per lustrare la propria immagine” ha dichiarato Natalia Nozadze, ricercatrice di Amnesty International sull’Azerbaigian.
“É difficile che questo approccio si adatti all’obiettivo della Carta olimpica di mettere lo sport al servizio dello sviluppo armonioso della società e alle sue pretese di dare valore alla libertà di stampa e alla dignità umana. Lungi dal portare avanti questi obiettivi, l’eredità di questi Giochi sarà quella di incoraggiare ulteriormente le autorità repressive in tutto il mondo a considerare i grandi eventi sportivi internazionali come un lasciapassare per prestigio internazionale e rispettabilità.”
Ci sono almeno 20 prigionieri di coscienza in Azerbaigian, detenuti solo per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà di espressione. Alcuni di loro sono stati accusati di frode ed evasione fiscale in seguito all’introduzione di nuove leggi restrittive sul finanziamento e la registrazione delle organizzazioni non governative entrate in vigore nel 2013. Altri si trovano ad affrontare accuse false che vanno dal possesso di droga e teppismo al tradimento.
Molti altri attivisti e sostenitori hanno lasciato il paese, mentre quelli che restano hanno spesso troppa paura di alzare la voce contro gli abusi commessi dalle autorità a causa delle minacce a se stessi o alle loro famiglie.
I media indipendenti sono ormai quasi inesistenti, mentre giornali e televisioni di proprietà o sotto il controllo del governo sono usati per diffamare i critici. In questo modo gli abusi da parte delle autorità persistono incontrollati.La scorsa estate le autorità azere hanno avviato un giro di vite particolarmente aggressivo nei confronti di noti critici del governo, che sono stati arrestati e detenuti in custodia preventiva. Negli ultimi due mesi, alla vigilia dei Giochi europei, ad alcuni è stata estesa la detenzione preventiva, altri sono stati condannati a lunghe pene detentive.
(11 giugno 2015)
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