di Vittorio Lussana twitter@vittoriolussana
Dopo la recente ‘tornata’ elettorale in cui un italiano su due ha deciso di non recarsi alle urne, riteniamo ormai giunto il momento di chiarire quale sia il grado di insoddisfazione dei cittadini nei confronti della classe politica italiana di questa nostra seconda, forse quasi terza, presa per il ‘culo’. Dispiace dissentire da chi ha scritto, in questi ultimi giorni, che saremmo di fronte alla protesta di chi preferisce criticare e giudicare, rifuggendo dall’assumersi un grado minimo di responsabilità per le condizioni di profonda crisi sociale che ormai ci circondano: non crediamo che la questione possa essere elusa in tal guisa, poiché siamo ormai giunti al punto di chiederci quale tipo di madri abbiate avuto, cari politici italiani. E cosa penserebbero di voi se vi vedessero, oggi, all’opera in un ambiente a loro sconosciuto. Quale sguardo avrebbero nei loro occhi se fossero lì ad ascoltarvi, mentre pontificate in televisione sui problemi della collettivitàsenza mai riuscire ad affrontarli e a risolverli? Capirebbero che genere di persone hanno tirato su? Comprenderebbero il ‘vuoto’ che esse stesse hanno generato e cresciuto? Quelle povere madri con stampato sul volto un timore antico, che deforma i lineamenti in biancore. Un male che annebbia e allontana dal cuore, poiché il passare del tempo e degli anni ha finito col rinchiuderle in un gretto rifiuto morale. Madri abbandonate, che si consolano della loro solitudine con il vostro aver raggiunto una piccolissima posizione di prestigio, che permette loro di difendersi da ogni pietà. Madri mediocri, che hanno appreso con umiltà di bambine un unico, grigio significato di un ‘teatrino’, quello della politica, che non sa più dare ideali, né speranza. Madri servili, abituate da secoli a chinare la testa. Madri cattoliche, che vi hanno insegnato che il servo è felice quando odia chi è come lui, incatenandovi all’egoismo di chi, tradendo se stesso, è costretto a fare sempre esattamente l’opposto di quel che dichiara. Madri ‘befane’, che vi hanno insegnato esclusivamente a difendere quel poco che i piccolo borghesi possiedono, lo stipendio e il ‘vitalizio’, con la rabbia di chi si vendica da un lungo assedio della miseria. Madri feroci, che vi hanno detto: “Pensate innanzitutto a voi stessi…”. Voi, cari politici italiani della seconda, forse quasi terza, presa per il ‘culo’, nella maggior parte dei casi non siete altro che ‘gentaglia’ che non riesce più a provare rispetto per nessuno, poiché covate in petto solamente il vostro opportunismo da avvoltoi. Vili e mediocri, non conoscete più vergogna per la vostra arroganza e superficialità, che vi ha ormai trasformato in opportunisti miserabili e boriosi, in esponenti politici del qualunquismo più indistinto e di bassa lega.
(5 giugno 2015)
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