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Iran: 43 esecuzioni in nove giorni

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Iran Impiccagioni 01di Gaiaitalia.com

Il sito ncr-iran.org, riportata dal Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, pubblica l’ennesima inquietante notizia sull’Iran, che riprendiamo di seguito.

Dopo il fallimento dei negoziati sul nucleare e l’aumento senza precedenti del prezzo del pane, il fascismo religioso al potere in Iran ha intensificato le esecuzioni di massa temendo lo scoppio di distruttive proteste popolari. Con l’esecuzione di 18 detenuti avvenuta il 2 Dicembre, il numero delle condanne a morte eseguite tra il 24 Novembre e il 2 Dicembre, la maggior parte delle quali in segreto, è arrivato a 43.

Il 2 Dicembre, 11 detenuti sono stati giustiziati nella prigione di Ghezel Hesar a Karaj. Tra questi una donna e suo marito, anch’egli detenuto ed un cittadino dell’Afghanistan. Questa è la quinta serie di esecuzioni di massa avvenuta in questa prigione nelle ultime settimane.

Dopo il trasferimento di questi detenuti nelle celle di isolamento in attesa dell’esecuzione, avvenuto il 1° Dicembre, i detenuti della Sezione 2 della prigione di Ghezel Hesar hanno lanciato uno sciopero della fame per protestare contro le esecuzioni di massa e per fermare quelle dei loro compagni di cella. Il direttore della prigione ha minacciato i manifestanti che se avessero continuato con la loro protesta avrebbe giustiziato 200 persone. 

Lo stesso giorno, il 2 Dicembre, quattro detenuti nella prigione centrale di Urumia, tra i quali vi era anche una donna e tre detenuti della prigione di Bandar Abbas sono stati giustiziati.

Il 28 Novembre due prigionieri sono stati giustiziati ad Ardabil e Qom.

Il 27 Novembre tre prigionieri sono stati giustiziati pubblicamente a Mashhad e nella città di Jaghtay, nella provincia di Khorasan. Quello di Jaghtay era un ragazzo di vent’anni che è stato giustiziato nonostante il perdono ricevuto dai familiari della vittima.

Mercoledì 26 Novembre sono stati giustiziati cinque detenuti nella prigione di Gohardasht a Karaj, altri due, tra cui un ragazzo di 23 anni, nella prigione di Qazvin e un detenuto nella prigione di Sari.

Il 25 Novembre, dieci detenuti sono stati impiccati in pubblico nella prigione di Ghezelhesar a Karaj.

Lo stesso giorno gli aguzzini hanno impiccato nella prigione di Tabriz, Rahim Nourollah-Zadeh, un giovane detenuto che aveva solo 14 anni all’epoca del suo arresto. Oltre a Rahim Nourollah-Zadeh, tra i detenuti appena giustiziati c’erano anche Fardin Jafarian, Ahad Akbari, Behnam Hakim Khani e Mohsen Moghadam, che avevano meno di 18 anni all’epoca del loro arresto.

Il 23 Novembre è stato giustiziato un detenuto della prigione centrale di Kashan.

Nella terza settimana di Novembre nella città di Cheram, nella provincia di Kohgilouye e Boyer-Ahmad, le forze di polizia hanno frustato quattro persone. Mohammad Moussavi, comandante della polizia di Cheram ha detto: “La sicurezza del popolo (leggasi ‘del potere religioso’) è la preoccupazione principale delle agenzie per la sicurezza, la legalità e l’applicazione della legge e nello svolgimento di questo compito, non hanno mai ceduto e non cederanno mai….. La magistratura non li tollererà in nessuna maniera”.

Il silenzio e l’immobilismo della comunità internazionale nei confronti delle pene disumane e delle esecuzioni di massa arbitrarie che avvengono in Iran, ha incoraggiato il fascismo religioso a portare avanti queste politiche. Questo regime medievale deve essere scacciato dalla comunità delle nazioni per crimini contro l’umanità e il dossier su questi crimini deve essere presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. I leaders di questo regime, una vergogna per l’umanità, devono essere assicurati alla giustizia.

Uno dei tre assassinati dal regime aveva 14 anni al momento del reato che lo ha portato al patibolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(6 dicembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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