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Il Lunedì di Rosario Coco: “Licenziata perché lesbica? L’ultimo disastro della parità scolastica”

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Rosario Coco 04di Rosario Cocotwitter@RosarioCoco

E’ notizia di oggi il licenziamento dell’insegnante Silvia (nome di fantasia) da un istituto paritario di Trento.
La Ministra Giannini  ha già dichiarato che sta approfondendo il caso e che interverrà nel caso si accerti la discriminazione.Peccato che quasi nessuno si stia ponendo il problema di cosa ci sia alle spalle di questa vicenda. Silvia ha dichiarato di aver visto per anni pubblicizzare convegni sulla guarigione dall’omosessualità e di aver lavorato chiaramente in una scuola schierata dalla parte di chi sostiene le terapie riparative.

Questa è la prima cosa sulla  quale dovrebbe intervenire un Ministro. Possiamo accettare che in una Scuola paritaria, che fa parte del sistema nazionale di istruzione, si affermi serenamente che l’omosessualità è da curare? La risposta è NO, così come non accetteremmo mai che venga propagandato un convegno razzista sulle teorie di Lombroso.

Basti pensare a quanti danni si sono fatti alla crescita degli alunni e delle alunne omosessuali in quella Scuola.

Insomma, pare che ci vogliano casi come questo per ricordarci che queste scuole, che ricevono più di 400 milioni di euro l’anno dal nostro MIUR, continuano ad essere un’anomalia. La storia di una persona come Silvia, che si sfoga improvvisamente dopo 5 anni lì dentro viene da lontano. Viene da una scuola pubblica sfregiata dal taglio delle 160.000 cattedre della riforma Gelmini, che costringe i docenti a ripiegare nelle paritarie a condizioni pietose, sotto perenne ricatto per non fare letteralmente la fame.

Viene da ministri sordi che si rifiutano anche solo di ascoltare l’incredibile dossier sulle centinaia di segnalazioni degli insegnanti sfruttati e non pagati, per avere quel briciolo di punteggio per le graduatorie. Nella sola provincia di Caserta ci sono 400 scuole paritarie contro 217 statali. Qualcuno ha trovato un vero e proprio business.

La normativa sulle paritarie, legge 62 del 2000, parla chiaro: “alle scuole paritarie private è assicurata piena libertà per quanto concerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico. Tenuto conto del progetto educativo della scuola, l’insegnamento è improntato ai principi di libertà stabiliti dalla Costituzione repubblicana” (art. 3)

Se l’insegnamento è “improntato” ai principi costituzionali, rigor di logica vuole che la Costituzione venga prima. Alla Ministra spetta chiarire, una volta per tutte, che cosa rientra in questa “libertà”. Se un progetto “religioso” può permettersi di oltraggiare la dignità individuale violando tutti i documenti internazionali sui diritti umani nonché la nostra Costituzione, se un progetto “religioso” può permettersi nei fatti di sfruttare e ricattare i docenti senza essere disturbato. Se la parità, insomma, sia un modo per aggiungere opportunità o per snaturare l’essenza della Scuola Pubblica drenandovi risorse, in totale contrasto con l’articolo 33 della Carta Costituzionale.

E’ questo che, cara Ministra, una volta per tutte, vorremo sapere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
(21 luglio 2014)
 

 

 

 

 

 

 

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riproduzione vietata

 

 

 

 

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