di Daniele Santi
“A far l’Europa comincia tu”: non v’è dubbio veruno che a trovare slogan efficaci gli inutili arcigaï siano davvero abili, è nell’elaborazione delle azioni politiche e nelle relazioni umane che sono fallaci, ma non si può avere tutto. Anche perché siam fortunati.
Siccome nel mondo democratico si vota, Arcigay ha la possibilità di imbastire – sostenuta da fondi europei – un’inutile campagna ad ogni elezione, guadagnarsi il suo momento di preziosa visibilità, ribadire l’arcigaïcentrismo del movimento [sic] e poi continuare a non portare a casa un cazzo come ha sempre fatto.
Ora è il momento della lista dei buoni e dei cattivi, quelli che firmano progaïo e quelli che invece sono controgaïo, Arcigay in mezzo, né l’uno né l’altro, ma è il suo stile, quello di non schierarsi o schierarsi con le avanguardie: si chiama snobismo intellettuale. Ad avercelo. L’intelletto.
Ci informa la campagna di Arcigay che già 82 candidati e candidate hanno sottoscritto l’impegno per i diritti delle persone lgbti, in testa L’altra Europa per Tsipras (36) e Movimento 5 stelle (21). E ci informa dell’ennesima piattaforma in 10 punti (che palle!) che passa in rassegna tutte le azioni che il Parlamento europeo può mettere in campo per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali).
Ci informa che i dieci punto sono il suo impegno. Di Arcigay. C’è da morire dal ridere.
Tutta la faccenda è messa on line su un sito www.cominciatu.eu con l’obiettivo di portare “al centro del dibattito di questa campagna elettorale il tema del riconoscimento dei diritti”, storia che abbiamo già sentita almeno venti volte.
Consigliamo ad Arcigay di chiedersi perché l’associazione che si vanta di avere il più alto numero di tesserati d’Europa, ma non spiega il perché né il percome, non riesca a portare in piazza nemmeno la metà dei suoi iscritti quando è il momento di esserci (stenderemmo un velo pietoso sulla patetica manifestazione #Loveisright della quale abbiamo ampiamente riferito a suo tempo, ultimo capolavoro di Arcigay nazionale), perché la sua azione im-politica im-plode im-potente nonostante i fantastici slogan e i politicamente correttissimi comunicati stampa.
Ma vediamo il decalogo arcigavo:
- adozione di una tabella di marcia per il riconoscimento di uguali diritti alle persone LGBTI
- stretta sorveglianza sul rispetto dei diritti umani negli Stati membri
- completamento di una legislazione globale contro le discriminazioni e un impegno legislativo contro la violenza omotransfobica e a tutela di chi, di quella violenza, è vittima
- promozione di una definizione inclusiva di famiglia, che comprenda anche famiglie monogenitoriali e omogenitoriali, e la tutela dei diritti delle persone trans, anche attraverso la revisione dei requisiti per il riconoscimento giuridico di genere, tema che interessa in particolare l’Italia
- azioni contro il bullismo scolastico, la discriminazione e le disuguaglianze nelle politiche per la salute
- garanzie sulla piena attuazione della legislazione Ue in materia di richiedenti asilo Lgbti
Sul sito www.cominciatu.eu gli elettori e le elettrici potranno firmare una petizione, diffusa sul circuito change.org, per sollecitare i candidati ad impegnarsi, verranno monitorati i candidati e le candidate di otto delle liste in corsa per il voto del 25 maggio, e si tenterà di orientare il voto degli elettori e delle elettrici (sto per morire dal ridere!): Arcigay consiglierà i candidati e le candidate ritenuti affidabili, a scapito di quelli e quelle ritenuti, al contrario, inaffidabili.Come se non lo avessero fatto fino ad oggi con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti…
Ma tranquilli, c’è sempre il “Rainbow factor”, cos’è?
Non ci scomodiamo nemmeno ad informarci, loro le chiamano “miniprimarie” nel delirio di onnipotenza che fa loro credere, agli arcigaï, di essere non solo un’associazione che serva a qualcosa – politicamente parlando, ma addirittura un minipartito politico [sic] capace di orientare voti ed allenaze.
Davvero, alle 11.35 del mattino, con tutti gli impegni che uno ha, dover scrivere anche di questo, fa schiumare dalle risate.
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