di Giancarlo Grassi
“Mi sono limitato a tutelare gli interessi del mio gruppo parlamentare”, questo ha detto l’integerrimo guardiano della morale altrui, soprattutto quella altrui, parlando dei 600mila euri (non è un errore di battuta) destinati al funzionamento dell’attività del Pdl e investiti, invece – secondo il Corriere – nel marzo del 2012 per l’acquisto di una polizza vita a lui intestata personalmente con l’indicazione dei suoi eredi legittimi quali beneficiari in caso di morte dell’assicurato.
Il gup Cinzia Parasporo ha rinviato a processo il senatore di Forza Italia anche se la somma è stata poi restituita con due bonifici di 300mila euro ciascuno, rispettivamente il 20 febbraio 2013 e il 12 marzo 2013 a seguito di specifiche richieste della Direzione Amministrativa del Pdl trattandosi il peculato di reato che che si consuma nel momento in cui avviene l’appropriazione del denaro.
L’inizio del processo è previsto per il prossimo primo ottobre davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma. Secondo il Corriere esiste anche una somma di 10.697,68 euro, riscattati in anticipo da Gasparri il primo febbraio 2013, somma che corrisponderebbe all’equivalente degli interessi maturati con la sottoscrizione della polizza.
Speriamo naturalmente che sia provata l’assoluta innocenza di Gasparri dato che serve più un tutore della morale altrui innocente, che uno condannato.
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