di Daniele Santi
Il nazismo antigay da esportazione di Putin colpisce anche la Lituania che oggi voterà la sua legge contro la “propaganda omosessuale” che bandisce ogni manifestazione pubblica legata ai diritti ed alle espressioni LGBTI, compresa pubblicità radio-tv, opuscoli informativi od il semplice sventolare di una bandiera rainbow, e commina multe salate a coloro che infrangeranno la legge.
La legge è stata voluta dal partito Ordine e Giustizia [sic] (al governo con i Socialdmocratici) e dal deputato Petras Gražulis in risposta alla Marcia Baltica per l’Uguaglianza dello scorso giugno, su sicura ispirazione ex-sovietica.
Il razzismo da esportazione di Putin colpisce con facilità nei cuori dei razzisti ex appartenenti all’ URSS ammalati di nostalgia e di odio, così ignoranti da non comprendere l’omosessualità e da considerarla alla stregua di pedofilia e zoofilia (sono parole di Petras Gražulis).
Secondo il partito Ordine e Giustizia [sic] la legge “è necessaria” per rimediare alle debolezze della legislazione lituana in materia di protezione alla famiglia tradizionale.
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