Il PD ha deciso di impallinare, con straordinaria lungimiranza politica, la giunta di Rosario Crocetta per punirlo di non volere il rimpasto che il partito, democratico di nome, ma non di fatto, vuole imporgli.
Il golpe viene direttamente dalla segreteria regionale del partito che ha votato a maggioranza la relazione del segretario Giuseppe Lupo con sette voti contrari: la maggioranza chiede in questo modo ai quattro assessori PD di dimettersi: coloro che non lo faranno rimarranno in carica a titolo personale e saranno deferiti ai garanti del partito.
Cosa ha scatenato la vendetta degli sconfitti? Parlano vagamente di “deriva personalistica”, di “valanga di insulti” di Crocetta al suo partito, infine accusano l’attuale Presidente della Regione Sicilia, già Sindaco antimafia di Gela, di non avere la “patente morale” per parlare di chicchessia. Accuse durissime, che di politico poco hanno, ma hanno più il sapore di una resa dei conti personale.
I protagonisti, leggasi dirigenza del PD, smentiscono. Nel frattempo danno prova dell’intelligenza e della lungimiranza politica del PD e dei suoi dirigenti, pronti a sacrificare un cavallo vincente in nome di inutili beghe interne.
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