Sono state le atlete svedesi Emma Green-Tregaro e Moa Hjilmer a presentarsi con le unghie dipinte dai colori della Rainbow Flag, simbolo del movimento LGTB, per protestare contro il nuovo nazismo antigay di Putin.
Ma l’americano Nick Symmons fa di più e dedica la sua medaglia d’argento ai “miei amici gay e lesbiche”. Per le sue dichiarazioni l’atleta americano rischia l’arresto.
In mezzo a questa caciara mediatica provocata dagli atleti che sfidano le leggi antigay di un governo liberticida e del nuovo dittatore dell’Asia che mostra i muscoli grazie al gas che vende all’Occidente, ci ha pensato Irina Isimbayeva, il cui valore come essere umano è inversamente proporzionale a quello dell’atleta, a presentarsi come l’avvocato dei diritti del diavolo, difendendo le leggi antigay russe ed il presidente Putin, cogliendo l’occasione di presentarsi come l’eroina nazionale.
Ora, dopo avere seguito i Mondiali di Atletica Leggera più tristi della storia, le rigidità dei giudici, i soprusi – la squadra russa della 4×400 non è stata squalificata nonostante un’invasione di corsia vista in mondovisione – con un pubblico incolto e caciarone, senza nessun rispetto per gli atleti che non sono russi, lo stadio semivuoto, il programma organizzato in maniera ridicola, urge il boicottaggio delle Olimpiadi di Sochi 2014 da parte di tutto il mondo libero occidentale in nome dei Diritti Umani, ma di questo parleremo in un altro articolo.
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