Con la Maratona femminile hanno preso il via i Campionati del Mondo di Atletica Leggera 2013 di Mosca, la triste capitale ex-sovietica che alla guerra contro i contadini ha sostituito il nuovo nazismo putiniano della distruzione delle minoranze dissidenti, persone omosessuali in testa, poi preti, artisti, giornalisti e associazioni per i Diritti Umani (a proposito complimenti alle associazioni che hanno iniziato una raccolta di fondi da inviare alle associazioni LGTB russe per la loro “sopravvivenza” ignorando o “dimenticandosi” del fatto che questo le metterà -le associazioni LGTB russe – ancora più nel mirino delle autorità dopo la legge che di fatto vieta alle associazioni – con tanto ci controlli improvvisi – di ricevere fondi dall’estero, cosa non si fa per sentirsi buoni).
Una ribalta mondiale come i campionati di atletica, una delle manifestazioni più seguite dal grande pubblico, sarebbe stata un’occasione ottima per denunciare al mondo le brutali repressioni del regime di Vladimir Putin, i giovani gay torturati e ammazzati, le Pussy Riot in prigione, il prete ammazzato due giorni fa, i bloggers imprigionati, le associazioni perquisite senza mandato, le associazioni neonaziste gestite da ex-skinheads che reclutano via social network e pubblicano impunemente via social network le foto e in video le loro disgustose gesta.
Non è successo nulla, ma non mi aspettavo il contrario. Il mondo dello sport è un mondo ancora troppo sordo e troppo cieco rispetto alle questioni che contano: in nome dell’impresa che unisce. In nome della fratellanza ipocrita. In nome dell’Omofobia negata. In nome di una codardia che dovremmo scrollarci di dosso se l’obiettivo è davvero quello di fare di questa palla rotonda che stiamo distruggendo, qualcosa che sia degno di essere chiamato mondo.
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