Dolce & Gabbana sono “chiusi per indignazione”. In due lingue. che loro valgono.
Conoscevamo le espressioni “chiusi nel mutismo”, “chiusi nel dolore”, “chiusi per indignazione” non l’avevamo ancora letto.
C’è sempre da imparare.
Gli stilisti condannati in primo grado per evasione fiscale, per i quali vale quindi la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, si sono “indignati” per una dichiarazione dell’assessore comunale al Commercio Franco D’Alfonso che aveva invitato a non concedere spazi pubblici agli evasori fiscali scatenando la loro giusta ira.
Loro sono gli stilisti del “Sì ai Pacs, no ai matrimoni gay“, perché loro valgono, o del “una creatura è figlia dell’amore tra un uomo e una donna e se non c’è questa condizione, l’amore non è giusto” e dell’invito ai gay a “rispettare la Chiesa”.
La loro azione ci aiuta a capire per cosa ci sarebbe da indignarsi sul serio, soprattutto quando dichiarano di detestare l’idea del folklore e dell’esibizionismo (riferendosi al Gay Pride) che “perpetua l’idea che essere gay voglia dire sculettare e andare in giro coperti di piume e truccati”.
Per questo li ringraziamo.
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