dal nostro inviato Massimo Capo
Si è conclusa la 28esima edizione del Torino GLBT Film Festival diretto da Giovanni Minerba, assieme ad un gruppo affiatato e davvero entusiasta che ha reso questo festival una (troppo corta) serie di bei pomeriggi e di belle serate passate in sala, al buio, in compagnia di film e corti scelti con cura e con tutta la passione che la settima arte merita.
Brava la giuria che proprio per la bellezza dei film selezionati, non ha avuto dubbi nell’assegnare anche qualche ex equo.
Nessuno, tuttavia, durante la serata conclusiva e l’assegnazione dei premi ha nascosto il timore per la possibilità di altri tagli se non addirittura la cancellazione dei fondi destinati al festival, dato che già da quest’anno il budget è stato ridotto del 20%.
Il Torino GLBT Film Festival è un appuntamento importante per Torino, che non dimentichiamolo è una città protagonista delle lotte omosessuali, ed è considerato dagli addetti ai lavori come il più importante del mondo.
Torino è stata la città che ha visto nascere il F.U.O.R.I il movimento rivoluzionario che ha lottato per anni per i diritti degli omosessuali e che testimonia ,ancora oggi, le battaglie e le vittorie grazie alla fondazione Sandro Penna rinominata archivio F.U.OR.I.
In anni come questi, dove alla cultura i nostri politici voltano le spalle, vogliamo poter rivedere ancora le file davanti al Cinema Massimo, sentire i lamenti perché non si riesce ad entrare tutti in sala, ascoltare le appassionate discussioni su corti e documentari visti o da vedere, ma sopratutto vorremmo che ci fosse ancora la possibilità di ascoltare tutte le voci che si sono levate attraverso i film proiettati.
Il cinema rimane uno dei mezzi di espressione più importanti per non abbassare la guardia e non possiamo permettere che qualcuno decida di fare tacere queste voci.
Ed io, al Torino GLTB Film Festival, il prossimo anno, voglio esserci ancora.
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