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Putin giustifica l’omofobia del suo Paese come “questione interna”

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Omofobia Russadi Daniele Santi

Il succo della questione era semplice, e Putin lo ha chiarito durante una trasmissione radiofonica nazionale: la Russia è stato sovrano ed ha le sue tradizioni e la sua cultura, l’Occidente non può imporre il suo punto di vista.

La questione affrontata era naturalmente quella del rispetto dei Diritti Umani e dei diritti delle persone omosessuali, in un paese in cui la repressione delle libertà fondamentali e  della dissidenza e l’odio istituzionalizzato condito da repressione e pestaggi, delle persone omosessuali, operata anche con leggi infami come quella sulla “promozione dell’omosessualità”, è una eredità politica mutuata dalla dittatura comunista che Putin conosce bene, più che una necessità.

Putin ha ribadito il detto bossiano “Padroni a casa nostra” e che gli altri si occupino degli affari loro. La società russa è omofoba e va bene così. La Russia è un paese che reprime le libertà fondamentali e gli oppositori al governo e va bene così. Gli occidentali tacciano.

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