L’italianissimo gusto per il fate ciò che dite non fate ciò che faccio ha acuto oggi grazie a un articolo di Repubblica un nuovo clamoroso momento pubblico. La storia è presto detta, una società legata alla Teocrazia di Roma fa un acquisto importante, un palazzo di pregio al civico 2 di via Carducci a Roma, del valore di 9 milioni che in poche ore vede il suo valore aumentare a 23 milioni di euro, perché se di teocrazia si parla di miracoli non ci si dimentichi, che ha la fortuna di ospitare tra le stesse mura la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide) e la più grande sauna gay d’Italia.
A parte le facili battute, scontate e anche triviali, che ci siam prontamente ricacciati in gola, c’è da considerare, come ricorda Repubblica che l’operazione “caldeggiata dal cardinale e Segretario di Stato Tarcisio Bertone” è stata conclusa con “grande soddisfazione e importanti plusvalenze da una società di Busto Arsizio, ma con nessun vantaggio fiscale per le casse dello Stato che, a questo complesso immobiliare acquistato dalla Congregazione ha riconosciuto l’extraterritorialità e dunque l’intangibilità e la totale esenzione fiscale che i Patti Lateranensi assicurano ai luoghi di culto”.
Il palazzo ospita l’Ambasciata del Benin presso la Teocrazia di Roma, e a conferma che pecunia non olet mette insieme gli appartamenti del cardinale Ivan Dias, capo di Propaganda Fide sino al 2011, e l’Europa Multiclub, la sauna gay più grande d’Italia, aperta fino a mezzanotte dal lunedì al giovedì e con orario non-stop dal venerdì alla domenica notte. Naturalmente, che bisogna darsi un decoro, ospita anche gli appartamenti e il refettorio di una quindicina di sacerdoti.
C’erano una volta quelli che affittavano i locali alla sauna gay più grande d’Italia e che erano antigay in pubblico.
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