La donna che fa perdere centomila voti al Partito Democratico ogni volta che apre bocca oggi è riuscita dove nemmeno il peggiore degli inetti poteva riuscire: dire la sua personale opinione sulla questione dell’adozione alle coppie gay ispirata dalla “legge tedesca”.
Rosy Bindi è non solo la dimostrazione che per fare politica non bisogna essere dei geni, ma anche la dimostrazione che per essere politici bisogna parlare a vanvera. Durante una intervista ai microfoni di RTL 102.5 (poi Bersani spiegherà perché non c’è andato, speriamo), la presidente del PD, parlando di unioni omosessuali, argomento che le fa mancare l’ossigeno, ha detto che “Normeremo anche le unioni civili omosessuali ispirandoci al modello tedesco che al momento non prevede l’adozione”.
Disgraziatamente la presidente del PD che non si sta cosa ci sta a fare ha detto un’altra stupidaggine, perché la legge tedesca prevede le adozioni per le coppie omosessuali, ciò che non prevedeva -fino a ieri, e sarebbe meglio che nella Sua posizione Lei si informasse prima di aprir bocca davanti ai microfoni della prima radio d’Italia, Donna Bindi- era la possibilità di adottare figli nati da una precedente unione eterosessuale, diritto accordato proprio il 19 febbraio da una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo di cui la Bindi non era evidentemente, avendo cose più importanti da fare, compreso concorrere per un altro mandato per un inutile scranno pagato anche dai gay e dalle lesbiche che le sono così antipatici e sulle loro unioni che le stanno così sul gozzo, informata.
Non contenta la Bindi, che si sente una che può filosofare sul nulla, come testimonia la sua storia politica, ritornando sulle coppie omosessuali, ha aggiunto che si tratta di “un tema sul quale serve ancora molta riflessione, perche’ nessuno vuole essere chiuso alla verifica delle posizioni di fatto, a quelle che sono le varie posizioni scientifiche o altro”.
Per questo li paghiamo, perché facciano filosofia sulla pelle di chi li paga questi che sono operai pagati da altri, e che si comportano come padroni.
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