di Giovanna Di Rosa
Mancano pochi giorni al 21 dicembre e le solite interpretazioni imbecilli di una profezia di una civiltà sconosciuta, interpretazione che dovrebbe far riflettere su altre interpretazioni elette a dogmi per ignoranza assurta a fede, sta scatenando il putiferio, su giornali,tv, radio, web. E’ molto divertente vedere come l’onnipotente essere umano, creato ad immagini di questo o quel dio, ma ahilui, mortale, se la faccia addosso quando qualsiasi profezia male intepretata gli ricorda la fine del mondo.
Siamo ignoranti, conosciamo solo circa il 3% della materia che ci circonda, e ci sentiamo onniscenti; conosciamo più dell’universo che di ciò che si cela nelle profondità marine perché sappiamo come solcare gli spazi, ma la pressione dell’acqua distrugge qualsiasi miracolosa invenzione siamo capaci di portare a termine, non sappiamo rispettare gli altri, distruggiamo il nostro stesso pianeta, ci ammazziamo come cani e chiunque sia differente da noi va discriminato.
Tanto arroganti siamo che davanti all’interpretazione univoca di una profezia di una civiltà che siamo ben lungi dal comprendere, vediamo l’Apocalisse e la Fine del Mondo.
Perché in fondo la nostra vigliaccheria di homo sapiens questo ci fa sperare, siccome siamo incapaci di evitare il baratro che ci costruiamo con la nostra stessa ignoranza ben venga la fine del mondo, cosí almeno scopriremo che su una cosa non ci siamo sabgliati: che prima o poi moriremo.
Una verità tanto ovvia come dimenticata. E che ci fa diventare tanto piccoli davanti ad essa da renderci incapaci di costruire un mondo migliore perché tanto l’Apocalisse, quello che ci creiamo perché non sappiamo superare i nostri limiti, è sempre dietro l’angolo. E in fondo, ne siamo anche contenti.
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