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69a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: giorno tre

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In questi giorni, in zona cinema ci si alza presto! Quando questa mattina ho cominciato la mia giornata di spettatore, già qualcuno era al terzo film! Ho iniziato con due proiezioni speciali fuori concorso: CLARISSE di Liliana Cavani, un corto della durata di 21 minuti, documentario intervista sull’ordine di clausura.

Le monache parlano di sè e delle loro scelte, molto spesso attraverso un dialogo fra la regista fuori campo, e le protagoniste che rispondono componendo un mosaico di opinioni, punti di vista, motivazioni delle loro scelte, per arrivare alla drammatica conclusione di come il ruolo delle donne, nella gerarchia cattolica sia praticamente nullo!

Di seguito: LULLABY TO MY FATHER di Amos Gitai, novanta minuti fra documentario e ricostruzione d’epoca dai toni elegiaci, molte preziosità, molto intellettualismo, e non una vera scelta stilistica. L’opera è altalenante ed ha, ovviamente, anche momenti molto alti, ma la vicenda pur interessante ed emozionanta di Munio Gitai Weinraub fra Europa Centrale e Palestina, nel momento fra nazismo, seconda guerra mondiale e nascita dello Stato d’Israele, architetto che subì l’influenza del Bauhaus, avendo studiato a Dessau, risulta impastoiata da preziosismi che appesantiscono l’esposizione dell’argomento.

E’ stata poi la volta di LA CITTA’ IDEALE di e con Luigi Lo Cascio, opera prima dell’attore, che inaugurava la 27a Settimana Internazionale della Critica. Potremmo definirlo la solitudine dell’intransigente. Michele è un ecologista ad oltranza, che talvolta soffoca, con il suo rigore, chi lo attornia. Naturalmente finisce, per eccesso (?) di civismo, in un guaio che potrebbe portare a conseguenze anche molto gravi. Siena, che fa da cornice all’azione, non pare più, ai suoi occhi, la città ideale da lui scelta, lasciando Palermo. Una rete di aliti velenosi, vieppiù lo avviluppa; i guai richiamano altri guai, e la giustizia è una macchina che tende a schiacciare… Condotto con mano sicura e molto ben scritto, oltrechè fotografato magnificamente da Pasquale Mari, ha un vero e proprio colpo d’ala nel sottofinale. Un’opera prima di tuttorispetto, non c’è che dire. Di più c’è da aggiungere il notevole livello del lavoro degli attori: da Alfonso Santagata, a Roberto Herlitzka, da Massimo Foschi a Luigi Maria Burruano.

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