La cantante emiliana incoronata con il Pegaso d’Oro 2010 da quella barzelletta vivente che sia chiama Arcigay, ha messo la ciliegina sulla torta della sua esistenza politica firmando il documento dei parlamentari del Popolo delle Libertà (le loro), contro il matrimonio igualitario e le unioni civili gay.
Se Arcigay avesse un minimo di dignità e di coscienza politica ritirerebbe immediatamente, se i suoi illuminati dirigenti non sono troppo impegnati a prendere il sole, il premio assegnato nel 2010 alla cantante, si scuserebbe con i milioni di gay e lesbiche italiani per l’ennesima porcata fatta alla luce del sole e invece di convocare inutili congressi, avvierebbe una seria riflessione interna sui motivi per cui si danno premi a personaggi del genere e sui disastri politici provocati dalla dirigenza Arcigay negli ultimi anni.
Questo naturalmente nel caso Arcigay non consideri se stessa una barzelletta e abbia dimenticato le parole di ció che resta di una cantante ora europarlamentare per meriti politici quando dichiaró che ”pregava perché gli omosessuali ritrovassero la retta via”.
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