Anche noi ci siamo cascati, ma siamo rinsaviti. Nel web, nelle pagine di Facebook, si fa strada l’Orgoglio emiliano: quello che, per intenderci, ha fatto dell’Emilia la zona che è, ma anche quello che, ha fatto dell’Emilia degli ultimi vent’anni ció che non doveva essere: egocentrica, grassa, vanitosa, più razzista che mai.
Le pagine di Facebook si riempiono di immagini che gridano ”Sono fiero di essere emiliano”, che va benissimo e non c’è niente da dire, ma non ci sono terremotati migliori e terremotati peggiori, c’è solo gente sfollata che per ragioni storiche, di carattere, culturali o io che ne so è più propensa alla lotta che al lamento. O viceversa. Caratteristiche che non fanno qualcuno migliore di un altro: solo lo fa differente.
Dopo le parole del Sindaco di Novi di Modena, cloni del belparlare ripetono ”La terra trema i modenesi no!”, e via di questo passo. L’incoraggiamento del Sindaco Turci si è trasformato in un inno all’orgoglio locale, che è la peggiore parte di questa terra meravigliosa che in tanti momenti ha contribuito a cambiare la storia d’Italia in meglio, e in molte altre ha dato pessimi esempi di cattiva umanità e di biechi razzismi.
C’è bisogno di forza e umanità, non di proclami. Non è con i proclami che l’Emilia è diventata quella che conosciamo. Lo ha fatto con sudore, lavoro, umiltà e umanità. Che è ciò che il terremoto aiuterà a ritrovare.
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)