Il 1 Aprile scorso si è chiusa la bella mostra dedicata alla fotografia giapponese, ed il 5 Aprile è stata presentata la nuova prestigiosa esposizione di Palazzo Cavalli Franchetti di Venezia: PICASSO E VOLLARD, il genio e il mercante, aperta al pubblico dal 6 Aprile all’ 8 Luglio.
Si è premesso che l’esposizione è stata pensata per il luogo e che l’idea di partenza è stata che Ambroise Vollard, fu un acquirente importante, anche molto importante, per quanto saltuario, di Picasso, ed un ispiratore di quelli che furono tre dei più importanti cicli di incisioni, tutti realizzati negli anni ’30. L’abile Vollard non decise, per molto tempo, di mettere sotto contratto l’artista, ma, a varie riprese gli propose delle sfide che vennero accettate e vinte:il grande pittore malaghegno, che non amava illustrare, realizzò la serie dedicata a LE CHEF D’OEUVRE INCONNU di Balzac, con una sua speciale premessa astratta.
Siccome il primo rischio avventura di far incidere ebbe successo, allora fu la volta della MINOTAUROMACHIA dove confluiscono molteplici temi dell’arte picassiana,ed in due delle cui lastre si prefigurano già alcuni di quelli che saranno presenti nel GUERNICA. Un argomento che tutta la storia dell’arte ha preso in esame è quello de IL PITTORE E LA MODELLA: da che ci sono pittori e modelle, appunto, con tutte le implicazioni che questo comporta. IL BESTIARIO è un’ulteriore sfida in cui Picasso rivede a modo suo un’opera enciclopedica settecentesca, un’altra sfida, ed ancora una volta un lavoro di acquaforte ed acquatinta sovrapposta.
Specifico e personale è il lavoro grafico che vede l’affascinante sfumato accanto al segno nitido; il continuo riferimento all’antico, all’arte classica, a quella rinascimentale italiana, a quella tradizionale spagnola,anche a Goya, che a volte sembra d’intravvedere fra gli ispiratori, ma anche la precisione di segno delle pitture su vaso greche.
La Mostra è bellissima, ma illuminata in maniera molto discutibile e merita di essere vista con molta calma. Ogni foglio va visto da vicino per cogliere la felicità ispirativa, e la gioia di un erotismo vissuto intensamente, ma anche il risvolto della violenza.
Cito solo due fogli, dei moltissimi esposti: FAUNO CHE SCOPRE UNA DONNA, acquatinta del 12 Giugno 1936 in cui la creatura mitica, inginocchiata, e si direbbe, in equilibrio su di una eccitazione fremente, bellissimo, teso, muscoloso, barbuto, e dal profilo perfetto, alza un lenzuolo (?) a scoprire le carni opulente di una bellissima donna addormentata che forse lo sogna… Un raggio di luna, entrando dal balcone a sinistra, illumina di taglio la scena.
Il secondo è SCENA BACCHICA CON MINOTAURO, acquaforte del 18 Maggio 1933, una scena molto rubensiana: un satiro sdraiato e due belle donne abbandonate fra lui ed un possente conviviale minotauro; le due figure maschili brindano, la gioia sensuale tangibile… Il bel catalogo è di Giunti Arte Mostre Musei.
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