Nozze gay bolognesi tra gli eventi dell’anno della città, è pubblico trionfo

Malevoli voci omofobe che vogliono seminare zizzania e impedire il giusto trionfo dei diritti delle persone omosessuali in Italia, ci hanno raccontato che Sergio Lo Giudice, giá presidente di Arcigay e ora presidente onorario assieme con altri eccelsi

nomi della citata inutile associazione nazionale, oltre che capogruppo del PD al Comune di Bologna, ha postato su Facebook la notizia che le sue nozze (in Norvegia) siano state celebrate da Repubblica come uno degli eventi dell’anno della città ( Il mio matrimonio con Michele è finito tra i 20 scatti più significativi del 2011 su Repubblica Bologna). How nice!

Gli omosessuali e le lesbiche italiane sanno che le nozze di Lo Giudice (e dell’altro bolognese che ha avuto i soldi per sposarsi all’estero, tal Matteo Cavalieri, altro gay engagé che ha cambiato la storia d’Italia, ricorderete che lui e il suo futuro marito indossavano abiti di Balenciaga, che è ciò che conta) hanno avuto una profonda ripercussione nel loro quotiano, provocando cambi positivi, eliminando la omofobia dei politici e dei cittadini qualunque dalle loro miserabili vite, loro che fano gli operai e non appaiono sui giornali, e che i soldi per viaggiare fino ad Oslo o a New York, o per ricorrere per pura propaganda personale alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, non ce li avranno mai, e gli hanno permesso di vivere finalmente con la dignità che meriterebbero.

Non è stato così: i bravi gay engagées delle associazioni italiane pensano, come tutti gli altri, ad avere una comoda poltrona sotto le loro inutili chiappe. Ad apparire sulle pagine dei quotidiani e a postare notizie che li riguardano sul loro profilo in Facebook per bearsi di tanti inutili ”mi piace” che magari quando dovranno concorrere a più alte cariche politiche e avranno bisogno di voti gli serviranno. Quando aspireranno a più alte cariche politiche e si presenteranno ad elezioni non blindate cercheremo di spiegare perché sarebbe meglio non votarli.