Una lettrice, si firma al femminile, ma sospettiamo sia un uomo, ci scrive accusandoci -tanto per cambiare- di essere gratuitamente contro. Ci permettiamo di difenderci da un’accusa che non è solo falsa, ma
è anche dettata da ignoranza: non siamo gratuitamente contro, abbiamo deciso – e lo facciamo apposta – di essere provocatori, cattivi e politicamente scorretti. Siamo stanchi di lustrini, di paillettes, di cose dette senza dirle, di superficialità, di un paese che vive in un paese che non c’è, di una comunità lgtb che invece di incazzarsi con chi deve, sfila al gay pride come fosse un fine e non un mezzo e di molte altre cose: così che parliamo chiaro, senza peli sulla lingua e chiamiamo la merda con il suo vero nome. E i fiori anche. L’ironia è la nostra arma migliore, ma sappiamo che è per pochi. Così che se qualcuno si incazza, problema suo. Può sempre offenderci o scegliere un’opzione più democratica: leggere un altro quotidiano on-line.
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