
Esponenti Cgil nel post comizio di Salvini prima dell’aggressione (foto Pagina Facebook Cgil Modena)
di Daniele Santi #Lopinione twitter@modenanewsgaia #Modena
Aggrediti e picchiati per aver sostenuto i valori dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e per aver rivendicato difeso la salvaguardia dei propri posti di lavoro. E’ successo a Modena, subito dopo il comizio di Salvini del 3 maggio, e ad essere pestati sono stati “attivisti, militanti e iscritti alla Cgil, lavoratrici e lavoratori impegnati nel sistema dell’accoglienza”. Lo denunciano la Fp Cgil Nazionale e la Fp Cgil Emilia Romagna.
Secondo la denuncia di Michele Vannini della Fp Nazionale e Marco Bonaccini della Fp regionale “lavoratrici e lavoratori di cooperative sociali, della Cgil, schiaffeggiati, spintonati e fatti oggetto di sputi per aver tentato di esporre striscioni a sostegno del sistema dell’accoglienza, di chi vi lavora e dell’apertura dei porti. Una vicenda intollerabile, che colpisce chi stava liberamente esprimendo il proprio pensiero, e che è misura del clima di odio e di intolleranza che irresponsabilmente le forze politiche di questo governo stanno alimentando per un misero tornaconto elettorale“. Una misura, ci sia permesso di scrivere, che è ormai colma e che ha ormai superato la soglia di tolleranza che ogni paese civile deve avere nei confronti dei propri cittadini. La scellerata condotta di un politico che è responsabile, tra le altre cose, del ministero dell’Interno che con le sue dichiarazioni incendiarie dà fuoco alla miccia dell’intolleranza che si manifesta nei gesti sconsiderati di seguaci che si sentono in diritto di fare qualsiasi cosa, mettendo in pericolo la convivenza civile, con azioni violente ingiustificabili è una vergogna per il paese intero.
Anche la Fp Cgil Nazionale e la Fp Cgil Emilia Romagna condannano il gesto e ricordano che queste condotte “calpestano, letteralmente, i diritti delle persone, dei migranti così come dei lavoratori, si contrappongo gli ultimi agli ultimi, in maniera irresponsabile per ricavarne un consenso, fatto di pancia e di odio. Questo mentre il Governo, che a parole è contro la precarietà, sta distruggendo un sistema che funziona e licenziando decine di migliaia di persone, in gran parte giovani di alto livello di istruzione. Condanniamo e pretendiamo la condanna di quanto è avvenuto. Ci preoccupa, e non poco, che il ministro Salvini non abbia sentito la necessità di prendere le distante da quanto accaduto. Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori colpiti e continueremo a rivendicare il rispetto dei diritti e della dignità delle persone, contro chi semina odio e alimenta intolleranza“.
Anche noi, per quel che serve, siamo agghiacciati di fronte al silenzio dell’inquilino pro tempore del Viminale che non condanna i gesti estremi di pochi, ma comunque troppi, che si sentono legittimate da parole troppo spesso caratterizzate da pochissimo senso di responsabilità. Così si distrugge lo stato democratico.
(4 maggio 2019)
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