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Il M5S che doveva “smontare il Jobs Act” vota contro il M5S che doveva “smontare il Jobs Act”

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di Giancarlo Grassi #JobsAct twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

 

Sono straordinari. Raramente si sono viste insieme tanta arroganza e dabbenaggine fuse nella stessa sconclusionata ed inconcludente azione di governo. Il M5S che doveva “smontare il Jobs Act” ha infatti votato contro il M5S che doveva “smontare il Jobs Act”. E’ successo il 1 agosto alla Camera. Lo testimonia il video You Tube che vi proponiamo qui sotto.

 


Dunque il demenziale movimento ora pentaleghista votato da 13milioni di italiani che ha voluto il governo filo Putin più a destra dell’occidente si conferma essere una incapace accozzaglia di parolai che per anni hanno gridato contro ciò che non sono nemmeno in grado di abolire, non soltanto di costruire, riuscendo addirittura a votare contro il ripristino dell’Articolo 18 che era stato il cavallo di battaglia del grande statista di Pomigliano D’Arco che subito su Facebook ha commentato: “E’ solo l’inizio”, forse riferendosi a tutto ciò che ha promesso e che non farà.

Da varietà di quart’ordine del sabato sera la bagarre che ne è seguita: da Renata Polverini, ex sindacalista e tristemente ricordata ex-presidente della Regione Lazio che gridava: “Noi non ci stiamo a coprire con il nostro voto contrario la propaganda del ministro Di Maio (…) chiedo all’Aula di lasciare esprimere con voto contrario solo il M5s perché si abbia una plastica rappresentazione di quando si fa propaganda e quando poi ci si deve assumere la responsabilità in questa Aula”, affermazione subito seguita dalla stizzita replica del relatore del provvedimento e vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera, Davide Tripiedi (M5S) che dichiara di non accettare “questa strumentalizzazione e queste critiche”. Poi il PD che dichiara di prendere atto che “M5S e Lega lasciano intatto il Jobs act voluto e attuato dai governi Renzi e Gentiloni. E lo fanno dopo che per tutta la campagna elettorale hanno detto che lo avrebbero abolito e reintrodotto l’articolo 18”.

Poi, dopo ciò che è successo il 1 agosto, le cose sono persino peggiorate, perché è già dai tempi di Berlusconi che sappiamo come al peggio non ci sia mai fine, con la Lega che vota contro tutti gli emendamenti migliorativi al Decreto Dignità del ministro del (non) Lavoro, perché i contratti sono una cosa seria (e parliamo di quello Lega-M5S).

 

 

 




 

 

 

 

 

(2 agosto 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 




 

 

 

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