di Iosonodio
E’ evidente che Roma si sta suicidando. Lo fa sotto gli occhi di tutti, mentre pochi se ne accorgono sul serio, e a poco serviranno i pianti postumi, come si fa dopo ogni suicidio. I segnali c’erano tutti, ma non li ha visti nessuno, o pochi. E quei pochi hanno applicato i soliti rimedi, una puntella qui, una là, una pastiglia, una pillolina, du spaghi.
Mafia Capitale, scandali in Campidoglio, chiunque viene toccato da chi vuole sradicare i privilegi è libero di bloccare la città, minacce di morte, violenze sessuali, teatri che chiudono, compagnie teatrali che imbrattano la cultura coi loro spettacoli insulti, inutili e infantili, festival e manifestazioni che ripropongono se stessi pochi anni dopo la loro apertura convinti di valere ed avere cambiato la storia della cultura, attorucoli ed attricelle, politicanti e comparse da due soldi, segretarie convinte di avere potere, innovazioni che altrove sono già vecchie, i soliti tempi romani, affitti inaffrontabili che diventano affrontabilissimi per chi potrebbe pagarne di cento volte più alti, corruzione, pettegolezzi, i Rom che è sempre colpa loro, i cittadini che dicono di volere la legalità ed hanno la villetta abusiva, mi manda il tale, incendi dolosi a Fiumicino, disorganizzazione che esaspera i passeggeri ed i turisti, conti salatissimi che fanno parlare mezzo mondo, giornalistucoli, televisioncine, mamma Rai, e coloro che scrivono da sempre che Roma è lo specchio del Paese.
No cari. Roma è lo specchio di se stessa e basta. E’ lo specchio di un modo di vivere antico, vecchio ed egoista che ad una società inclusiva ed aperta preferisce la società chiusa dei privilegi personali e del lei non sa chi sono io. E’ quella dei cittadini che esasperano perché i romani sono così. Dell’inefficienza eletta a modus vivendi perché se le cose non vanno bene per me allora non vadano bene nemmeno per gli altri. Una città di servizi ed impiegatucoli convinti di essere indispensabili e geniali. La Capitale di tutti gli egoismi. Ciò che si fa a Roma in due settimane in Emilia si fa in 4 ore.
Il suicidio di Roma è l’effetto dell’inettitudine di chi lascia che le cose vadano come vanno “… è ‘sti cazzi!”, del dare sempre la colpa a qualcun altro, dell’fesa semplice, del voler vincere a tutti i costri anche avendo torto, dell’incultura, della bassezza morale e intelletuale, del pensare di essere unici ed i migliori. E’ l’effetto dell’arroganza che acceca.
(30 luglio 2015)
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